Con 50 miliardi di dollari, il Fondo monetario internazionale di nuovo in soccorso dell’Argentina. Buenos Aires ha presentato un programma di ripianamento del deficit corrispondente agli obiettivi fissati dall’Istituto a fronte della sua richiesta di assistenza finanziaria. “Il governo del presidente Mauricio Macri ci ha fornito oggi i dettagli del piano economico e la richiesta formale di supporto del Fmi attraverso una lettera di intenti e un memorandum sulle politiche economiche”, ha annunciato Christine Lagarde.

Secondo la direttrice del Fondo “i negoziati con il personale del Fmi sono stati completati in modo soddisfacente” e, ha aggiunto, “il piano economico presentato rappresenta una solida base per l’accordo”. Il piano economico-finanziario elaborato dal governo argentino è ora al vaglio del board del Fondo la cui valutazione formale e definitiva della richiesta di aiuti sarà presentata il 20 giugno.


La stessa Lagarde ha precisato che le autorità di Buenos Aires hanno richiesto che un terzo del sostegno venga sborsato con l’approvazione del programma e che la metà di quell’ammontare (7,5 miliardi di dollari) sia resa disponibile a sostegno del budget.  50 miliardi di dollari in tre anni è la cifra più alta mai concessa dall’istituto di Washington e, al netto della non ancora avvenuta approvazione da parte del board, è arrivata più velocemente del previsto: solo sei settimane dall’8 maggio, data in cui Macri ha comunicato di avere richiesto il sostgno del Fmi, al 20 giugno. Commentanto l’intesa, Christine Lagarde ha detto in una nota che il piano di aiuti “è messo a punto dal governo argentino” ed è volto a “rafforzare l’economia a beneficio di tutti gli argentini“. Il sostegno finanziario garantito dal Fondo “alimenterà la fiducia dei mercati dando alle autorità il tempo di risolvere una gamma di vulnerabilità di lunga data”.

Lagarde ha inoltre preso atto positivamente dell’intenzione di Buenos Aires di “ridurre il deficit più rapidamente ritornando a un pareggio di bilancio primario entro il 2020″ invece che il 2021. Identico favore verso gli sforzi dell’esecutivo Macri per abbassare l‘inflazione, attualmente al 28 per cento, e in questo contesto “sostiene la decisione della banca centrale di adottare target realistici (pari al 17% nel 2019, al 13% nel 2020 e al 9% nel 2021 e di mantenere un tasso di cambio flessibile e determinato dal mercato”.

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