Un ‘mezzo’ argentino che veste giallorosso. È Javier Pastore, arrivato a Roma lunedì. Tifosi entusiati a Ciampino tra foto, selfie e autografi. Pastore, come tanti suoi connazionali, ha cittadinanza italiana: la sua famiglia ha origini in un paese della provincia di Torino, Volvera. 29 anni (è nato a Córdoba il 20 giugno del 1989), i suoi 187 centimetri li muove da trequartista (qui la scheda tecnica completa). Eric Cantona, tre anni fa, lo ha definito “il miglior giocatore al mondo” per la sua creatività e per la “capacità di regalare sempre una sorpresa”. Il suo arrivo dovrebbe rincuorare i tifosi della Roma dopo la partenza di Nainggolan, approdato all’Inter. Non è un caso, nel marzo del 2012, l’uscita in Francia (Paese in cui giocava in quel momento) una sua biografia intitolata Le phénomène Pastore (Il fenomeno Pastore), scritta dal giornalista de L’Équipe Vincent Duluc, in cui vengono riportate testimonianze più o meno note da parte di chi è stato più vicino al giocatore.


Soprannominato El flaco (come noto, il magro, e chissà se diventerà ‘Er’ flaco) Pastore è un trequartista che si ispira al brasiliano Kaká e al connazionale Juan Román Riquelme come tipologia di gioco e posizione ma è stato spesso accostato anche a Zinédine Zidane. Per molti addetti ai lavori, Javier è uno dei migliori giocatori della classe 1989. Con il suo collega (e connazionale) Éver Banega, nel 2010, ha fondato una associazione senza scopo di lucro chiamata “Soplo de Vida”, con lo fine di aiutare i cani abbandonati. Dopo le visite mediche a Villa Stuart, il passo formale della firma del contratto che lo legherà per quattro anni (con opzione per il quinto) alla ‘Magica’. Che gli ha fatto un regalo: per lui è già pronta la maglia portafortuna, la numero 27. Maglia particolare perché non indossata da nessun giocatore. Finirà sulle sue spalle, con la responsabilità di saperne fare ‘buon uso’.

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