L’indimenticato capitano dell’Inter Javier Zanetti, oggi vicepresidente del Club nerazzurro, ha ricevuto il premio “Ambasciatore della Grande Milano nel Mondo 2018”, conferitogli dal Centro Studi Grande Milano, un think tank bipartisan nato dalla società civile che promuove gli interessi del capoluogo lombardo e ne premia le eccellenze.

Ne fanno parte tra gli altri gli ex sindaci della città Carlo Tognoli e Piero Borghini, il presidente della Camera della moda, Mario Boselli, l’imprenditore Ernesto Pellegrini (già presidente dell’Inter nell’era pre Moratti), l’ex sovrintendente del Teatro alla Scala, Carlo Fontana, l’architetto Stefano Boeri.


Zanetti, visibilmente compiaciuto, ha affermato che “è una grande emozione ricevere un premio così prestigioso: nella mia carriera ne ho ricevuti molti ma riceverlo qui a Milano, in quella che considero la mia casa, ha un sapore speciale”. Il numero due nerazzurro ha poi voluto raccontare il suo legame forte con la città, nella quale ha costruito il proprio successo e la vita familiare. “Sono nato in Argentina ma mi sento italiano”, ha spiegato, “e questo proprio grazie a Milano. Sono papà di tre bambini nati a Milano, tre bimbi italiani e interisti. Sono molto fiero di essere milanese. Amo Milano e l’Inter e le porto sempre con me in ogni parte del mondo”. “Milano mia ha adottato, mi ha accolto e mi ha fatto diventare interista”, ha concluso.


Nel capoluogo ambrosiano il campione argentino ha inoltre debuttato come imprenditore, nel settore della ristorazione. Il suo locale, Il Botinero, nella centralissima via San Marco (quartiere Brera), propone i piatti e vini argentini, a cominciare dalla carne cucinata nella maniera tradizionale e accompagnata da ottime etichette (non manca, ovviamente, il Malbec). Si cena ovviamente circondati dai premi e dai cimeli sportivi della carriera di Zanetti ma anche dei suoi amici giocatori, come Paolo Maldini, Kakà e molti altri.

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