L’Argentina continua a vivere il dramma del sottomarino scomparso. Dell’Ara San Juan si è persa ogni traccia il 15 novembre scorso, con i suoi 44 membri dell’equipaggio. Da quel giorno i famigliari delle vittime continuano a chiedere alle autorità di non arrendersi nella ricerca del sottomarino. Impresa non semplice dal punto di vista tecnico. L’area è molto vasta, come proibitive sono le profondità di quell’area dell’Atlantico.
La scorsa settimana, la Ocean Infinity, la compagnia specializzata incaricata dal governo di Buenos Aires per le ricerche, aveva manifestato difficoltà, informando che avrebbe fermato le attività di ricerca. Ma il governo insiste: il San Juan va trovato e portato in superficie.
Si è così giunti a una proroga delle attività di 120 giorni, così come richiesto dall’Armada, la Marina militare argentina. Quattro mesi che si cominciano a contare dalla fine del precedente incarico, a dicembre. Quindi si arriverà a metà aprile, in prossimità dell’inverno australe. Ma quali sono i risultati finora raggiunti?
Stando alle notizie che arrivano dal governo e dall’azienda incaricata, si è fatta una analisi sul tratto di mare in cui il sottomarino Ara San Juan potrebbe essere scomparso. È chiaro che, come sollinaeano entrambe le parti interessate, “cercare nell’Atlantico del Sud non è come cercare nel Mediterraneo. Profondità, orografia e temperature non sono le stesse”. Inoltre, “lo specchio marino presenta difficoltà che, con tutta la migliore tecnologia nelle mani dell’uomo, rendono difficile il recupero”.
A non volersi arrendere sono, legittimamente, i parenti dei membri dell’equipaggio che, difatti, partecipano anche alle riunioni informative organizzate dalla Marina, dall’azienda impegnata nelle ricerche, alla presenza di funzionari del governo. Si fondono emozione, dolore e tecnicismi, come quando vengono disegnate sulle mappe la Aree 12, 13 e 14. Le speranze sembrano ridursi al minimo, ma è una eventualità che le famiglie di quei marinai non vogliono accettare. È un dramma nazionale, col rischio che possa sommarsi a tante altre pagine di storia ‘senza un perché’.
