Un atto palesemente antisemita a Buenos Aires davanti alla sinagoga Mikdash Yosef, ubicata nella strada Bulnes, tra Avenida del Libertador e Cerviño nel quartiere di Palermo. L’attacco, di cui si è appreso solo nelle ore tra sabato e domenica, si è verificato la sera di venerdì 5 aprile, poi ‘battuto’ da Visàvis, un sito di riferimento della comunità ebraica argentina.

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Mentre la gente usciva dalla sinagoga al termine del Kabbalat Shabbat, una coppia si è avvicinata e, come hanno informato i presenti, uno dei due, una donna, ha cominciato a correre verso il tempio urlando “ebrei, dovete morire tutti, uccisi”. I due, come hanno spiegato, erano stati notati giorni prima mentre scattavano foto alla sinagoga.

Gli addetti alla sicurezza sono riusciti a portare la donna fuori dalla sinagoga. L’uomo che era con lei, armato di coletello a serramanico, ha attaccato alcuni presenti procurando loro ferite medicate in ospedale anche con punti di sutura.


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L’intervento delle guardie, anche ricorrendo all’uso di spray anti aggressione, ha evitato un epilogo che avrebbe potuto essere ancor più drammatico. I due aggressori avevano cominciato ad allontanarsi mentre continuavano a inveire contro gli ebrei, quando sono stati definitivamente bloccati con l’arrivo della polizia. Ma, da quello che scrive lo stesso sito, sono stati rimessi in libertà nelle ore successive.

Duro, ma anche legittimamente preoccupato il rabbino Uriel Husni, che parla di fatto grave: “Non so perché lo stiano minimizzando. Ora c’è il timore che i due vogliano vendicarsi”. Husni sottolinea invece che si è evitato il peggio grazie alla presenza della sicurezza privata, “da tempo stiamo chiedendo che la polizia presidi l’ingresso della sinagoga”. Quella di Buenos Aires è una delle comunità ebraiche più grandi del mondo.

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