Due fatti di cronaca pesanti. Ieri, due attentati a Buenos Aires che fanno pensare a una impennata della tensione politica. I presupposti in Argentina non mancano, dall’imminente G20 alla polarizzazione politica sempre più esasperata a un anno scarso dalle prossime presidenziali. Nel mezzo il maxi prestito ottenuto dal Fondo monetario internazionale che vede la netta contrarietà delle organizzazioni sociali del paese. Nelle ultime ora, però, la tensione sembra aver fatto un drammatico passo in avanti.

Prima una esplosione all’interno del cimitero della Recoleta, che ha provocato gravi ferite a una donna. Donna che, secondo gli inquirenti, sarebbe la stessa autrice dell’attentato. Si trova attualmente ricoverata nel reparto rianimazione dell’ospedale Fernández con assistenza respiratoria meccanica. Secondo gli investigatori si è trattato di un atto di matrice anarchica per l’obiettivo scelto e per la data.


L’esplosione è difatti avvenuta davanti al mausoleo di Ramón Falcón, l’ex capo della polizia di Buenos Aires che fu assassinato proprio il 14 novembre del 1909 dal giovane anarchico Simón Radowitzky. La donna è in stato di arresto, stesso provvedimento disposto per un uomo, presunto co-autore dell’attacco.

Claudio Bonadio

L’altro atto violento sembra ancor più ‘caratterizzato’ politicamente. Un ordigno artigianale è stato lanciato nel giardino della casa di Claudio Bonadio, noto per indagare sui presunti reati commessi dalla ex presidente Cristina Fernández e alcuni membri della sua famiglia. Nessuna conseguenza per il giudice e la sua famiglia giacché l’ordigno non è esploso. Il responsabile dell’atto è stato arrestato dopo un inseguimento della polizia. Tutte le ipotesi investigative sono comunque aperte.

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