Familiari e collaboratori di José Adolfo Macías ‘Fito’, il narco ecuadoriano capo dei Los Choneros evaso nei giorni scorsi scatenando una grave ondata di violenza in Ecuador, sono stati arrestati in Argentina, giovedì 18 gennaio. Erano in un quartiere residenziale di Malagueño, in provincia di Córdoba. Sono otto le persone arrestate da uomini di reparti selezionati della polizia di Córdoba e di forze di polizia nazionali.

Arrestati in Argentina familiari e collaboratori di José Adolfo Macías ‘Fito’

Tra le otto persone arrestate, dopo una indagine di quattro giorni, ci sono la moglie di Macías, Inda Mariela Peñarrieta Tuarez, che era entrata in Argentina dieci giorni prima dell’evasione e tre figli. La donna è oggi collegata all’omicidio del magistrato César Suárez, titolare dell’inchiesta sull’assalto armato al canale televisivo TV Televisión di Guayaquil.

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Dalle notizie diffuse dalla stampa locale si apprende che il gruppo di ecuadoriani aveva preso in affitto una casa nel country presso Valle del Golf pagando in contanti e non hanno opposto resistenza all’arrivo degli agenti tra i quali reparti specializzati nella lotta al narcotraffico. Si attende, nelle prossime ore, una conferenza stampa del ministro della Sicurezza, Patricia Bullrich, durante la quale saranno forniti dettagli sull’identità degli altre persone arrestate. Per qualche ora trattenuti presso una pertinenza dell’Aeronautica militare presso l’aeroporto di El Palomar, in provincia di Buenos Aires, sono stati tradotti a Buenos Aires per poi essere, con un volo militare, espulsi e consegnati alle autorità di Quito.

Ancora mistero, intanto, sulla sorte di Macías a capo di una delle organizzazioni criminali più pericolose dell’Ecuador e, secondo gli esperti, dell’intero continente latinoamericano. Era nel carcere di Guayaquil dove scontava una lunga condanna per omicidio, narcotraffico e appartenenza a banda armata. È probabile, dicono, che si muova verso il Perù per poi nascondersi in Bolivia e, in caso di difficoltà, torni verso nord dirigendosi in Colombia dove le autorità ritengono che abbia contatti con alcuni dissidenti delle Farc.

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