È morto domenica 12 maggio il parlamentare Héctor Olivares ferito in un agguato lo scorso giovedì a Buenos Aires, nei pressi del parlamento argentino. Nella stessa azione di fuoco era rimasto ucciso un suo consigliere e amico, Miguel Yadón.

Héctor Olivares aveva ricevuto un colpo di pistola all’addome che gli aveva compromesso le funzioni di fegato e pancreas. Sottoposto a interventi chirurgici d’urgenza, il deputato nazionale non era mai uscito da una condizione di rischio elevato. Fatale un attacco cardiaco dopo il quale i medici dell’ospedale ‘Ramos Mejía della capitale, non hanno potuto nulla.


L’attacco contro Olivares e Yadón ha scosso il mondo politico argentino, anche perché fenomeni così estremi di violenza politica non si registravano dal 1983. Il ministro della Sicurezza, Patricia Bullrich, ha inizialmente parlato, senza mezzi termini, di un fatto legato “alle mafie che agiscono in Argentina”, mentre tutta la classe politica, senza distinzioni di colore, ha condannato il gesto degli assassini.


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Efficaci le indagini della polizia federale che hanno portato all’arresto di cinque persone. Il principale sospettato resta un 42enne, Juan Fernández, noto come ‘il gitano’. Stando agli sviluppi dell’inchiesta di magistratura e polizia, si è trattato apparentemente di questioni personali. La 24enne figlia di Fernández, sposata con un uomo della comunità gitana, avrebbe avuto una relazione con Yadón che, a questo punto, sarebbe stato il vero obiettivo dell’agguato.

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Tra i cinque arrestati, anche i due che occupavano l’auto dalla quale sono stati esplosi i colpi di pistola. Un 25enne che accompagnava Fernández è stato arrestato dalla polizia dell’Uruguay, dove nel frattempo era fuggito, e le autorità di Buenos Aires ne hanno chiesto l’estradizione.

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