Una finale di Copa Libertadores inaspettata, leggendaria, ma ‘mutilata’. Alla fine le due società si sono accordate sulla soluzione ‘meno rischiosa’. Le due partite tra Boca Juniors e River Plate si giocano senza pubblico ospite. Sicuramente un colpo al cuore e all’estetica dei due match ma, secondo gli addetti ai lavori, questa sarebbe una scelta obbligata in fatto di sicurezza pubblica.

Confermate sono però le date degli incontri nelle due ‘canchas’ di Buenos Aires e cioè sabato 10 novembre alla Bombonera, lo stadio del Boca Juniors, e sabato 24 novembre sul prato del Monumental, il ‘regno’ del River Plate. Cambiano, invece, gli orari di entrambe le partite.

L’orario previsto per la finale Libertadores era quello delle 16 ora locale (le 20 italiane), ma le società, riunite nella sede all’Afa, hanno deciso di posticipare di un’ora, quindi alle 17 (le ore 21 in Italia). Questo perché, secondo il regolamento della federazione argentina, dopo il 15 novembre va considerato l’orario estivo che tiene presente delle condizioni ambientali evitando ai calciatori prestazioni atletiche con temperature e tasso di umidità spesso proibitivi a quelle latitudini.


Mauricio Macri e Patricia Bullrich

L’organizzazione delle due finali di Copa Libertadores stava rischiando di scivolare in polemica politica. Del caso si erano occupati anche il presidente Mauricio Macri e il suo ministro della Sicurezza pubblica, Patricia Bullrich, entrambi – passi la metafora calcistica – entrati a gamba tesa contro i due club affermando che avrebbero comunque garantito le condizioni di sicurezza prima, durante e dopo i due incontri.

(Nella foto di copertina i presidenti di Boca Juniors e River Plate, Daniel Angelici e Rodolfo D’Onofrio)

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