Per chi ha almeno trent’anni, Gabriel Batistuta da Reconquista ha rappresentato la risposta, proletaria ma di assoluto livello, all’eleganza di Marco Van Basten, o alla potenza di George Weah. Un centravanti fantastico, da molti considerato il migliore della storia argentina, e uno dei primi cinque di sempre, entrato nel cuore dei tifosi italiani, fiorentini e romanisti in particolare, anche per le sue qualità umane.

Gabriel Batistuta col sindaco di Firenze, Dario Nardella

Il ‘Re Leone’ ha prtecipato, nella sua Firenze, alla presentazione del docu-film sulla sua vita, intitolato ovviamente ‘El numero nueve’. E come ogni volta, è difficile cogliere il confine fra la gioia per il ritorno di un idolo, ma soprattutto un amico, e l’amara, romantica nostalgia del ricordo del tempo che fu. Quando la Fiorentina, trascinata dal suo capitano e toccando livelli mai più raggiunti da allora, arrivò a un passo dalla vittoria dello scudetto, alzando comunque al cielo Coppa Italia e Supercoppa italiana.


Il documentario racconta dunque la storia di uno “che non è nato campione, ma lo è diventato”, nelle parole del regista. Dagli inizi in patria, nel Newell’s Old Boys, all’approdo al River Plate e, dopo solo un anno, agli arci-rivali del Boca (lasciando peraltro, caso più unico che raro, un ottimo ricordo in entrambi i fronti del Superclasico). Venendo poi, nel 1991, all’arrivo a Firenze, dove nacque la leggenda di Batigol, che da buon giocatore diventò un numero 9 leggendario. I numeri non diranno tutto, ma bastano a descriverne la grandezza.


Con 54 gol, Gabriel Omar Batistuta è stato a lungo il miglior marcatore nella storia della nazionale argentina, superato solo pochi anni fa da Lionel Messi, che però ha giocato quasi il doppio delle partite di Batistuta. In Italia, poi, con le maglie di Fiorentina soprattutto, ma anche Roma (dove contribuì in maniera determinante alla conquista dello scudetto del 2001) e Inter (a fine carriera), ha siglato ben 200 gol in nemmeno 350 partite. Cifre che ne fanno uno dei numeri 9 più grandi di tutti i tempi, e forse colui che più di tutti ha dimostrato che si può gettare il cuore oltre l’ostacolo.

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