The show must go on, soprattutto se si tratta di calcio e Sudamerica. Sui Mondiali 2030 c’è un ‘dietrofront costruttivo’ del governo di Mauricio Macri: l’Argentina vuole essere tra gli organizzatori del campionato di calcio. Nel mese di ottobre, nel pieno della tormenta economico-finanziaria, la stampa aveva lanciato una indiscrezione sul presunto ripensamento dell’esecutivo. Causa crisi, appunto. L’Argentina sarebbe capofila di un torneo organizzato con Uruguay e Paraguay. Ora, però, si riparla della candidatura, non più a tre: si aggiunge anche il Cile.

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I governi di Argentina, Cile, Paraguay e Uruguay hanno infatti presentato ufficialmente una candidatura congiunta per organizzare i Mondiali 2030. I quattro paesi sudamericani vorrebbero così celebrare il centenario della prima coppa del mondo di calcio, organizzata dall’Uruguay nel 1930.

Il comunicato congiunto parla chiaro: “I presidenti della Repubblica Argentina, Mauricio Macri, della Repubblica del Cile, Sebastián Piñera, della Repubblica del Paraguay, Mario Abdo, e della Repubblica orientale dell’Uruguay, Tabaré Vázquez, hanno concordato di presentare la loro candidatura congiunta per la coppa del Mondo del 2030”.


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Il primo annuncio era stato fatto a Buenos Aires dal presidente Macri, in una conferenza stampa congiunta con i suoi omologhi di Uruguay e Paraguay, alla presenza del presidente della Fifa, Gianni Infantino. L’aggiunta del Cile dovrebbe rafforzare la candidatura sudamericana. Ma la concorrenza è vivace: i quattro candidati sudamericani dovranno vedersela con altre ‘combinazioni’.

Sul fronte europeo si parla di varie candidature, due delle quali congiunte: Spagna, Portogallo e Marocco; Regno Unito; Bulgaria, Grecia, Romania e Serbia. Ma ci sono anche competitor asiatici: i Mondiali 2030 vorrebbero organizzarli, insieme, anche Cina, Corea del Sud, Corea del Nord e Giappone.

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