River Plate-Boca Juniors non si gioca. Questa è la decisione della Conmebol dopo ore di riflessione e di contatti tra i rappresentanti delle due società e della federazione sudamericana. È dalla serata di sabato, dopo l’agguato al bus, che il Boca Juniors chiedeva di non giocare e, al massimo, vedresi attribuire la vittoria a tavolino. Ma sarebbe stato un ultimo atto per nulla dignitoso dal punto di vista sportivo e agonistico.

I presidenti di Boca e River, Angelici e D’Onofrio

Il match di stasera alle 17 argentine, in verità, molti avevano cominciato a considerarlo del tutto inattuabile. A sperarci solo i tifosi dele due squadre di Buenos Aires. Ma la delusione era già nell’aria, proprio per l’insistenza degli Xeneizes che hanno parlati di “assenza di condizioni e parità”, riferendosi all’impossibilità di portre in campo il suo capitano, Pablo Pérez, ferito all’occhio sinistro durante l’aggressione. Il Boca aveva chietso ufficialmente sanzioni. L’unica ‘pena’ almeno finora la sta pagando lo sport e i tifosi perbene, che continuano a essere la maggioranza.

Alejandro Domínguez, presidente Conmebol

Di assenza di condizioni ha parlato anche il presidente Conmebol. Secondo Alejandro Domínguez “non ci sono le condizioni e noi qui lavoriamo per il bene dello spettacolo, del calcio. Vogliamo che le due squadre entrino in campo senza scuse. Vogliamo che ci sia uguaglianza di condizioni. Crediamo nello spettacolo sportivo. Che vinca quello che faccia il gol”. Ma quando sarò disputata questa seconda finale di Copa Libertadores?


“È un rinvio, convocherò entrambi i presidenti e insieme riprogrammeremo la partita”, ha chiarito Domínguez, aggiungendo che il primo incontro a tre ci sarà martedì 27 novembre nella capitale paraguaiana Asunción, dove ha sede la Conmebol Libertadores.

Infine, Domínguez ha reso noto che non è solo Pérez a essere stati messi fuori gioco dall’aggresione, ma “ci sono altri calciatori del Boca Juniors che non possono giocare” a causa di traumi diversi riportati nell’atto infame di quei tifosi violenti. Gli azul y oro che non avrebbero potuto prendere parte all’incontro sono Gonzalo Lamardo, Carlos Tevez, Ramón Wanchope Ábila, Darío Benedetto, Nahitan Nández, Sebastián Villa e Esteban Andrada. Con una lista così lunga, peraltro composta da nomi essenziali per il tecnico Guillermo Barros Schelotto, la mancanza di “uguaglianza di condizioni” è ben evidente.

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