La storia del calcio è strabordante di grandi campioni. Dal grande Pelè al ‘D10s’, Diego Armando Maradona, passando poi per ‘Le Roi’ Platini e i grandi olandesi Cruyff e Van Basten, fino a Ronaldo e agli attuali Messi e Cristiano Ronaldo, tanto per non citarne alcune decina.
Nessuno di loro, tuttavia, ha l’onore di avere a sé dedicata una porzione di tempo di ogni singola partita. Vale a dire, quella concernente gli ultimissimi minuti, durante i quali, se viene segnato un goal, si dice subito che il risultato è cambiato in ‘zona Cesarini’.
Renato Cesarini era un italiano (in seguito acquisì anche la cittadinanza argentina) nato a Senigallia nel 1906 ed emigrato con la sua famiglia a Buenos Aires nel 1908, dove è morto nel 1969. Ala dalle spiccate qualità offensive e di grande tecnica, si affermò nel Chacarita Juniors, squadra della provincia della capitale argentina.
La nascita della sua leggenda ha una data ben precisa: 13 dicembre 1931, Italia-Ungheria, incontro valido per la Coppa Internazionale, manifestazione che fu l’antesignana dell’attuale Campionato europeo. Un suo goal negli ultimi minuti di quella partita, che ne bissava uno simile realizzato pochi giorni prima in campionato, fece sì che i cronisti cominciassero a parlare di ‘zona Cesarini’. Una locuzione che, lì per lì, poteva apparire perfino irrisoria per un calciatore di quel livello.
Tuttavia, essendo essa sopravvissuta per decenni, e valida ancora oggi, appare giusto dire che è un modo, praticamente unico nel panorama calcistico, per tramandarne la gloria. Come ha scritto, a tal proposito, Alessandro Baricco, “quando dai il tuo nome a un pezzetto di tempo – il quale, dice la Bibbia, è solo di Dio – qualcosa nella vita lo hai fatto”.