Ogni paese ha una letteratura e in ognuna, durante secoli di tradizione, compaiono opere che segnano per sempre la storia e la cultura. Se si parla di letteratura argentina, nel mondo si parla sempre di Borges e Cortázar. Però se vi è un’opera che si può considerare tra le più importanti, questa è El gaucho Martín Fierro.

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El gaucho Martín Fierro è un poema epico scritto nel 1872 (con tanto di ‘sequel’ chiamato La vuelta del Martín Fierro del 1879). Il suo autore, José Hernández, è riconosciuto come scrittore maestro della cosiddetta letteratura gauchesca e maggiore esponente di questo movimento letterario importante per l’identità di ogni argentino.

In entrambe le opere, l’autore argentino ci presenta il modello di vita che i gauchos conducevano nella Pampa argentina. Nei secoli Martín Fierro si presenterà sempre più come un simbolo in cui ci si poteva identificare, un eroe romantico che idealizza alla perfezione il sentimento latino, tanto da essere citato nelle canzoni degli artisti più famosi come Mercedes Sosa o addirittura tanto da meritarsi una serie a fumetti.


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Abbiamo incontrato Sara J. Iriarte, professoressa di Lettere presso la Universidad Nacional di Rosario e grande studiosa dell’opera di José Hernández.

Lei ha dedicato molto dei suoi studi a questa opera, perché?
Investigare su un’opera letteraria significa mescolare lavoro e piacere, l’affetto che provo per quest’opera è stato determinante. Quando ho letto il Martín Fierro per la prima volta avevo 16 anni ed ho scoperto qualcosa di accattivante: la lingua popolare utilizzata da José Hernández era la “lingua dell’altro” e io mi sono affezionata alle espressioni di un’Argentina passata. Per questo ho voluto approfondire in ambito accademico i valori estetici ed ideologici di questa magnifica opera.

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Che significa quest’opera per un argentino al giorno d’oggi?
Il Martín Fierro è un testo del quale ogni lettore può appropriarsi dandone diverse interpretazioni, come ogni opera classica degna di essere definita tale. Alcuni, grazie a quest’opera, rivendicano le proprie tradizioni; altri pretendono di farne un emblema nazionale; per altri ancora è la maggiore testimonianza dell’ingiustizia storica e sociale, lo specchio dell’Argentina attuale.

Di fatto si tratta di un poema di denuncia sociale, tratta delle ingiustizie subite da la popolazione gaucha durante il processo di trasformazione dell’Argentina in una nazione moderna sotto un regime liberale spietato. Il gaucho è da sempre simbolo di una popolazione alla quale sono stati negati i diritti più basilari. In ogni caso, l’opera si presenta come una delle forme artistiche più importanti dell’Argentina, un punto cardine della letteratura e della cultura del nostro paese.

“Gaucho” è una parola che nell’immaginario collettivo spesso identifica l’Argentina. Può spiegarci l’origine della parola e perché Martín Fierro è considerato il gaucho per eccellenza?
L’origine di questa parola è da identificarsi nelle lingua quechua, in quella portoghese e in quella spagnola. I tentativi di decifrare la sua etimologia sono stati sempre vani fino ad oggi. Ciò che vi è di certo è che i gauchos sono stati un gruppo etnico e sociale che ha popolato vaste pianure del territorio rioplatense, dall’Argentina all’Uruguay, fino al Brasile, prima che questi diventassero i paesi che noi oggi conosciamo.

Raúl Russo, Sin rumbo en la inmensidad

Le loro usanze sociali, il loro stile di vita, le loro espressioni culturali e soprattutto la partecipazione alle guerre di indipendenza hanno favorito la loro popolarità e loro consacrazione come culto.

Prima di José Hernández molti trasformarono il gaucho in personaggio letterario. Il gaucho Martín Fierro è considerato il primo ‘best seller’ argentino e il suo protagonista è considerato il gaucho per eccellenza; le vicissitudini della storia hanno fatto sì che egli si trasformasse in uno dei simboli dell’Argentina moderna.

Perché un italiano, secondo lei, dovrebbe leggere El gaucho Martín Fierro? C’è qualcosa nell’opera che potrebbe in qualche modo collegarla alla cultura italiana? Quali traduzioni consiglierebbe agli interessati?
Chiunque voglia scoprire questo capolavoro letterario dovrebbe leggerla per vari motivi: per curiosità, per piacere e soprattutto per sfidare se stessi avventurandosi intellettualmente ed emotivamente in un mondo che già non esiste più ma con un cuore che continua a battere ed a vivere.

Senza ombra di dubbio si può affermare che gli italiani sono sempre stati appassionati a quest’opera. Furono infatti tra i primi nel mondo a tradurla per intera (Folco Testena, 1919) e hanno accettato questa sfida di traduzione all’incirca una dozzina di volte. A oggi, la miglior traduzione che si possa incontrare, dal punto di vista tecnico, è quella di Giovanni Meo Zilio pubblicata nel 2006.

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Allo stato attuale delle cose, si è ancora in attesa di una traduzione più contemporanea in cui il lettore italiano si possa dilettare e che possa permettergli di cogliere le grandi emozioni che essa suscita veramente. Chiunque si assumerà in futuro questa responsabilità, a mio modo di vedere, dovrà saper creare una speciale sintonia non solamente con il poema, ma anche con la nostra epoca.

Quest’opera passata, difatti, “vive” nel presente più che mai, dal momento che l’universalità tematica di questo testo è data dal fatto che le ingiustizie subite dalla popolazione gaucha nel 19esimo secolo sono paragonabili alle ingiustizie subite dai popoli di molte parti del mondo che oggi soffrono l’influenza dei grandi sistemi economici mondiali.

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