Mentre l’Argentina cerca soluzioni per il presente e per il futuro, ricorda il suo passato più glorioso. Il 17 agosto ricorre l’anniversario della morte di José Francisco de San Martín y Matorras, in questa occasione il 170esimo. San Martín, il generale José de San Martín, nato a Yapeyú, nella attuale provincia settentrionale di Corrientes, il 25 febbraio 1778, è morto in Francia, a Boulogne-sur-Mer.
José San Martín è tra i padri della patria argentina, considerato figura storica fondamentale nella costruzione dei valori del paese e dell’identità nazionale. Forse non c’è una località in Argentina che non abbia a lui dedicato una strada o piazza. E anche il nome di battestimo Martín è tra i più diffusi nel paese. La località di Remedios de Escalada, in provincia di Buenos Aires, prende il nome dalla moglie di San Martín, María de los Remedios de Escalada y La Quintana.
Ma le sue gesta hanno oltrepassato i confini dell’attuale Argentina. Insieme a Simón Bolívar, José de San Martín è tra le figure chiave della fine della colonizzazione spagnola in America Latina. Le sue campagne, difatti, furono decisive per l’indipendenza di Argentina, Cile e Perù. Se l’Argentina lo onora come eroe e padre della patria, il Perù gli riconosce il titolo di liberatore del paese nonché di “Fondatore della libertà del Perù”, “Fondatore della Repubblica” e “Generalissimo”. Così come l’esercito del Cile gli riconosce il grado di capitano generale.
San Martín è stato impegnato militarmente, a sostegno delle idee di libertà, in più continenti. Dopo gli studi militari e l’ingresso nell’esercito della Spagna, combatté in Nordafrica contro Napoleone, prendendo poi parte alla guerra d’indipendenza spagnola nelle battaglie di Bailén e dell’Albuera. Nella sua terra natale, con il grado di tenente colonnello a un reggimento di Buenos Aires, concepì il piano di emancipazione delle colonie sudamericane dalla corona spagnola.
Ciononostante, come spesso capita a figure ‘ingombranti’, San Martín lasciò l’Argentina. Rivalità politiche, accuse e diffidenza reciproca con altri esponenti dell’allora guida politica argentina, lo portarono alla decisione di trasferirsi in Europa. Dal marzo 1848 ha vissuto a Boulogne-sur-Mer, dove morì il 17 agosto del 1850. Undici anni dopo, i suoi resti furono traslati nella cappella della famiglia González Balcarce, nel cimitero di Brunoy, in Francia. Solo il 28 maggio 1880 furono riportati in Argentina e da allora si traovano nella cattedrale di Buenos Aires.
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