Al via la Biennale Arte di Venezia 2019, giunta alla 58esima edizione, con esibizioni ed eventi fino al 24 novembre. Oltre ai padiglioni di 87 paesi, tra le opere di 79 artisti di varia provenienza esposte nei due siti dell’Arsenale e dei Giardini, l’America latina è rappresentata da nove paesi.
Argentina, Messico, Perù e Cile nell’Arsenale; Uruguay e Brasile nei Giardini. Debutta alla Biennale la Repubblica Dominicana con uno stand nei pressi del Ponte di Rialto, ed è la prima volta anche per il Guatemala. Cuba è, invece, sull’isola di San Servolo, mentre il Venezuela non avrà la sua rappresentanza, effetto del caos che regna nel paese.
Nel padiglione argentino espone la sua opera Mariana Telleria, la prima artista che arriva alla Biennale Arte di Venezia per concorso. Nata a Rufino, provincia di Santa Fe, nel 1979, Telleria ha realizzato installazioni che si caratterizzano nel convertire elementi della vita quotidiana in anomali, trasformandoli con l’intento di metterne in evidenza la stranezza.
‘El nombre de un país’ è l’esibizione curata da un’altra argentina, Florencia Battiti, che è composta da sette sculture monumentali dell’altezza di cinque metri. Forme scomposte si accompagnano di oggetti prodotto della cultura popolare, rifiuti, moda, spettacolo e natura. “L’arte è mettere qualcosa in conflitto, che è anche un modo di fare politica”, spiega.
Alla Biennale di Venezia c’è anche Tomás Saraceno, di Tucumán, noto per le sue opere basate su morfologie de ragnatele. A compleare la presenza argentina, i colori e le installazioni geometriche di Ad Minoliti, che reimmaginano le relazioni tra i corpi, sperimentando forme audaci.