Argentina protagonista, diretta e indiretta, al Festival di Locarno 2020, edizione particolare, ‘cambiata’ dall’emergenza sanitaria globale. Siginificativa, per tale ragione, la denominazione di questa edizione, Locarno 2020 – For the Future of Films. I Pardi 2020, 70mila franchi svizzeri, sono stati assegnati a progetti non conclusi a causa dell’emergenza Covid. La giuria internazionale, composta da Nadav Lapid, Lemohang Jeremiah Mosese e Kelly Reichardt, ha così premiato Chocobar, documentario della regista argentina Lucrecia Martel.

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Il lavoro di Lucrecia Martel premiato al Locarno 2020 racconta dell’assassinio di Javier Chocobar nel 2009 a Tucumán. È, al tempo stesso, una riflessinoe profonda sulla questione della colonizzazione e la cultura indigena, anche in Argentina. Chocobar fu ucciso a colpi di arma da fuoco perché lottava contro l’espulsione della sua comunità originaria dalla sua terra ancestrale. Il video della sua morte apparve su YouTube, forse come monito, forse come ‘lezione’ per altri esponenti della lotta indigena.

“Il nostro documentario svela i cinquecento anni di ‘ragioni’ che hanno portato a questo omicidio, sia con un’arma da fuoco che con una telecamera, constestualizzandolo nel sistema di possesso della terra che si è sviluppato in Ameria Latina”, spiega la sinossi del documentario dell’autrici, tra gli altri, di La Ciénaga e La niña santa.


Lucrecia Martel ha presieduto la giuria internazionale alla 76esima Mostra internazionale d’arte cinematografica della Biennale di Venezia, che si è tenuta dal 28 agosto al 7 settembre 2019.

La giuria della selezione svizzera, composta da Mohsen Makhmalbaf, Alina Marazzi e Matías Piñeiro, ha invece premiato Marí Alessandrini, regista di Zahorí. Anche in questo caso si parla di Argentina con una direttrice argentina. Si tratta, difatti, di una produzione svizzera ma ambientata nella Patagonia argentina, dove nasce l’amicizia inattesa tra una tredicenne di origini ticinesi e un vecchio indiano di etnia mapuche.

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