Pittore, ceramista e scultore, Lucio Fontana nacque nel 1899 (morto a Varese nel 1968) a Rosario da Luigi, architetto e scultore di Varese, e Lucia, un’attrice argentina di origini italiane. Già nel 1905 il padre ritornò in patria con il figlio, che frequentò, fino al 1914, la scuola italiana. Dopo aver partecipato alla Prima guerra mondiale, Lucio Fontana si trasferì in Argentina, nel 1922. Risalgono a quel periodo le prime diverse opere pubbliche, scultoree e decorative. Nel 1927 tornò a Milano dove frequentò l’Accademia di Brera, seguendo i corsi dello scultore simbolista Adolfo Wildt.

All’inizio della Seconda guerra mondiale si stabilì nuovamente in Argentina, dove elaborò diverse teorie e concetti che confluirono nel “Manifiesto Blanco” pubblicato nel 1946, che può essere considerata la summa dei principi della corrente artistica dello spazialismo di cui Fontana è il padre fondatore.

Nel Manifiesto era espressa una nuova concezione dello spazio che teneva conto per la prima volta di un nuovo modo di dialogare con le conquiste della scienza con le quali l’artista secondo un approccio nuovo rispetto ai predecessori futuristi è chiamato a confrontarsi e a interagire. Lo Spazialismo ricevette la sua formulazione più compiuta a Milano nel 1947, ma affonda le sue radici nel paese albiceleste.


Proprio questo legame tra le due terre viene rinvigorito nel premio che il Consolato generale d’Italia a Buenos Aires ha organizzato fino al 2016, intitolandolo a Lucio Fontana, riservato ad artisti emergenti residenti in Argentina e di origini italiane, il cui scopo è quello di creare un legame tra arte italiana e argentina di cui Fontana è il trait d’union, la giusta fusione tra la passione sudamericana e la tecnica italica.

Fontana, secondo la classifica firmata da Look Lateral, è tra i cinque pittori più influenti del Ventesimo secolo. I critici d’arte sono concordi nel definirlo enigmatico e discusso: la sua arte non cerca la mediocrità dell’accettazione di massa, è l’estremo dell’arte e dell’artista. Da validissimo scultore di lapidi in Argentina a scultore simbolista in Italia, a pittore che inganna la giuria delle mostre, sostenendo che le sue tele sono sculture, al punto che, seppur invitato da scultore, potesse esporre delle tele.


Fontana è un artista allo stato puro. L’arte, dice qualcuno, non è di tutti ma è solo per chi è realmente in grado di capirla. Basti pensare alla sua creazione più famosa, quei “tagli” che squarciarono la critica aprendo l’arte a una nuova luce, selezionando la stessa sensibilità della critica. Le critiche più affrettate bollarono l’opera come una bambinata ma i grandi compresero che, grazie a Fontana, si era aperta una nuova finestra sull’arte.

Nel 2008, nella sala d’asta di Christie’s, la sua opera “Concetto spaziale. Attesa”, stimata tra i 3,5 e i 5,5 milioni di sterline, è stata aggiudicata a 6.740.500 sterline, 9 milioni di euro del cambio di quel periodo. Ma che significato hanno i Tagli?

Luce. Il taglio di Fontana è il gesto che apre la luce al buio e il buio alla luce: dai suoi tagli sembra di vedere irradiarsi un buio luminoso che pervade l’atmosfera. Tra luce, buio e ambiente si crea una unità, un ambiente di mutuo scambio di emozioni. Alcuni critici considerano i Tagli come una metafora visuale dell’inconscio, di quel luogo crepuscolare dove alloggiano tutte le immagini e le emozioni della nostra vita.


Esemporaneità. I tagli, secondo Jole De Sanna sono “la parodia della bravura, dell’efficienza, dell’ottusa pazienza”. Fontana apre al nuovo, alla comunicazione, al diverso, all’opposto, apre il colore all’oscurità. Fontana apre la tela a ciò che ha sempre rifuggito, al suo terrore: il buio, con il quale essa non è più niente.


Metafora. Fontana ha lo scopo di ridare vita umana, far vivere quei monocromi assoluti che fanno da sfondo ai tagli, che non potrebbero, nella loro assolutezza, essere umani, se non dipinti in Yves Klein Blue.


Circolarità della vita. Tra i più importanti significati di quel gesto, secondo il poeta Leonardo Sinisgalli, c’è l’idea di un movimento in avanti e in indietro, in versi tra loro opposti: ogni taglio può svuotare tutto il mondo e creare un circolo di moto ininterrotto, di vita perenne, in un senso e nel senso opposto. Come a dare evidenza plastica all’oscillare della vita attorno a un movimento dentro-fuori, sì-no, eternamente in contraddizione con se stesso, eternamente in fallimento, ma eternamente in circolo, con la stessa forza che sprigiona dal buio quando si è abbagliati dalla luce e dalla luce quando si è travolti dal buio.

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