All’età di 91 anni è morto Osvaldo Bayer, giornalista, scrittore, uno dei più rispettati e autorevoli intellettuali argentini, ma anche figura emblematica del pensiero latinoamericano. “Anarchico e pacifista a oltranza” amava definirsi egli stesso, quasi sempre critico verso il governo di turno. A conferma della stima anche fuori dai confini argentini, la figlia Ana Bayer, cineasta, ha pubblicato la notizia della sua scomparsa anche in italiano e spagnolo: “Una notizia molto triste, è morto mio padre”.

osvaldo bayer morto


Coerente con le sue idee già da ragazzo, rifiutando di prestare il servizio militare obbligatorio e per questo fu impiegato a servire gli ufficiali, proprio per imporgli sudditanza verso le gerarchie. Dal 1952 per quattro anni in Germania a perfezionare i suoi studi. Al ritorno in Argentina si dedicò al giornalismo, anche sulle pagine del Clarín, per poi fondare, nel 1958, La Chispa, quello che lui definiva “il primo giornale libero della Patagonia”.

Perseguitato da diversi governi, fu costretto dalla Triple A – erano i tempi di López Rega durante la presidenza di María Estela Martínez de Perón – all’esilio a Berlino Est, dal 1975 alla fine della dittatura, nel 1983. Tra i suoi scritti più importanti, Patagonia rebelde, Los anarquistas expropiadores, Fútbol argentino, Rebeldía y esperanza, Severino Di Giovanni.


Persona sempre di sinistra e costantemente in conflitto con il potere di qualsiasi segno politico, Osvaldo Bayer è stato tra le voci più rispettate e ascoltate in tema di diritti umani per la sua indipendenza intellettuale.

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