Sofia appare sugli specchi dei camerini delle ballerine. Esegue qualche passo di danza. Un’esibizione che dura qualche secondo, poi scompare. Ma torna spesso. Sofia è un fantasma, il fantasma di una ballerina che morì suicida perché costretta ad abbandonare la danza a causa della frattura di una caviglia. Da allora, però, è tornata tra le mura del teatro Colón. Non la descrivono come dispettosa o malvagia. Vuole solo essere lí dove avrebbe dovuto realizzare i suoi sogni.
Anche il Teatro Colón, al pari delle altri teatri di Buenos Aires e di tutto il mondo, ha il suo fantasma. Ma la sua realtà è decisamente più consistente. Dalla sua inaugurazione, il 25 maggio del 1908, il Teatro Colón ha collezionato esibizioni di nomi di prim’ordine a livello mondiale.
Su quel palcoscenico le orecchie dei porteños hanno potuto ascoltare dal vivo compositori del calibro di Richard Strauss, Igor Stravinsky, Paul Hindemith, Camille Saint-Saëns, Manuel de Falla, Krzysztof Penderecki, Gian-Carlo Menotti, Héctor Panizza, Juan José Castro, Gerardo Gandini y Mauricio Kagel. Anche direttori d’orchestra di varie generazioni: da Arturo Toscanini a Herbert von Karajan, Tulio Serafin, Leonard Bernstein, Mstislav Rostropovich, Karl Böhm, Fernando Previtali, Lorin Maazel, Bernard Haitink, Zubin Mehta, Riccardo Muti, Kurt Masur, Claudio Abbado compresi gli argentini Daniel Barenboim, Gabriel Garrido e Miguel Ángel Veltri. Non è un caso che il Teatro Colón sia annoverato tra i principali teatri del mondo quanto a storia e ‘produzione’.
Difficile elencarli tutti, ma sono tanti e i migliori. Come per la danza: Rudolf Nureyev, Julio Bocca, Anna Pavlova, Vaslav Nijinsky, Alicia Alonso, Mijail Barishnikov, Vladimir Vassiliev, Antonio Gades e gli argentini, tra gli altri, María Ruanova, Olga Ferri, Michel Borovsky, José Neglia, Maximiliano Guerra.
La sala principale, a forma di ferro di cavallo e rispetta le severe norme del teatro classico italiano e francese. Ha un diametro minore di 29,25 metri contro i 32,65 del diametro maggiore e un’altezza di 28 metri. La sua capacità totale è di 2.478 posti a sedere ai quali si aggiungono i circa 500 in piedi. Pregiatissima la cupola con i suoi 318 metri quadrati con pitture di Marcel Jambon che, causa deterioramento negli anni Trenta, furono ‘rimpiazzate’ dai lavori di Raúl Soldi, conclusi nel 1966.
Il palcoscenico ha una inclinazione di tre centimetri per metro; misura 35,25 metri di larghezza, 34,50 di profondità e 48 di altezza. La fossa dell’orchestra può contenere 120 musicisti. L’acustica del teatro Colón è riconosciuta tra le migliori al mondo grazie alle proporzioni architettoniche anche di quella parte del palco e dei materiali impiegati nella costruzione. Orgoglio della cultura argentina, il Teatro Colón è tornato al suo splendore delle origini grazie a un recene restauro, terminato nel 2010.
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La programmazione 2018 del Teatro Colón (link al cartellone ufficiale)
Come arrivare e visite
Metro (Subte), linea D – verde, poi a piedi per 100 metri
Visite guidate di un’ora dalle 9 alle 17 con ingressi ogni 15 minuti
Prezzo per i non residenti dai 360 ai 400 pesos a seconda delle fasce orarie di ingresso (conversione valute)