La crisi ucraina ‘sconfina’ nei negoziati tra Argentina e Fondo monetario internazionale sulla ristrutturazione del debito di oltre 44 miliardi di dollari proprio nella fase più delicata. Il conflitto innescato dalla Russia ha inevitabilmente una ricaduta sul mercato energetico che, a sua volta, potrebbe portare a un mancato rispetto del programma in definizione tra Buenos Aires e Fmi.

Stando a indiscrezioni del quotidiano economico argentino Ámbito Financiero, la corrente situazione internazionale condizionata dall’emergenza ucraina potrebbe portare all’inserimento di una sorta di ‘clausola guerra’ nell’accordo che, si spera, dovrebbe essere chiuso entro la fine di marzo.

Il metodo potrebbe essere quello di prevedere uno specifico allegato che permetterebbe di modificare gli obiettivi relativi agli equilibri di bilancio sulla base delle variabili economiche conseguenza della contingenza globale. Sarebbe una novità rispetto alla bozza di accordo circolata nelle ultime settimane, che prende in considerazione altre variabili. Si tratta di eventuali nuove ondate della pandemia, minore crescita economica dei partner commerciali dell’Argentina e caduta internazionale dei prezzi dei prodotti esportati dal paese.


In un meccanismo del genere, uno dei punti che l’Argentina potrebbe vedersi modificare nella stesura finale dell’accordo è quello relativo al settore energetico. Il governo si è assunto l’impegno di ridurre i sussidi all’energia (punto segnalato dalla delegazione degliUsa) seppure, d’intesa col Fmi, prevedendo forme di sostegno alle fasce più deboli della popolazione.

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Ma in questo momento di disordine internazionale, con l’aumento del prezzo del gas, che l’Argentina importa per sostenere la domanda nei mesi invernali, potrebbe non essere praticabile anche per l’impossibilità di prevedere la durata della crisi in atto.

La nuova clausola, tuttavia, avrebbe una doppia applicazione: verrebbe stabilito che in caso di entrate pubbliche superiori alla stima indicata nell’accordo l’Argentina si impegnerebbe a farne uso per ridurre in modo virtuoso il deficit fiscale. Il riferimento è allo stesso quadrante interessato dagli eventi bellici. Russia e Ucraina sommano alte percentuali di produzioni agricole che, a fronte di una caduta di disponibilità tra conflitto e sanzioni, potrebbero dare vantaggio all’export argentino, anche come conseguenza dell’aumento dei prezzi.

Non sono però assenti gli elementi di incertezza, a cominciare dagli aumenti dei costi per l’agricoltura, a cominciare da carburante e prodotti chimici. Nel breve periodo, secondo le prime stime degli esperti del settore, il valore esportato dall’Argentina potrebbe aumentare di circa 1,8 miliardi di dollari, dipendendo comunque dalla tendenza dei prezzi sul mercato e dalle quantità prodotte.

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