Un’iniezione di liquidità da cento miliardi di pesos, 1,5 miliardi di euro, interamente per stimolare il mercato interno. È un punto fondamentale dell’agenda economica che, secondo la stampa argentina, il presidente eletto, Alberto Fernández, annuncerà il 10 dicembre, giorno del suo insediamento alla Casa Rosada. I principali beneficiari della maxi misura saranno pensionati e lavoratori del pubblico e del privato con salari prossimi al minimo di 300 dollari.

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Per attenuare la pressione dell’inflazione, inoltre, l’idea del prossimo esecutivo è quella di intervenire sui prezzi dei beni di consumo attraverso esenzioni dell’Iva su prodotti essenziali e accordi con i principali produttori.

La finalità, nei piani del governo, è quella di riattivare la produzione e invertire la tendenza che vede la capacità produttiva costretta dalla recessione al 60 per cento del suo potenziale. Ad accompagnare il piano saranno due figure chiave della compagine peronista, Matias Kulfas e Miguel Pesce, potenziali, secondo diversi osservatori, prossimo ministro dell’Economia e governatore della Banca centrale argentina.


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Fernández ha già annunciato che non chiederà al Fondo monetario internazionale gli ultimi undici miliardi di dollari del maxi prestito da oltre 56 miliardi di dollari chiesto e ottenuto dal governo Macri. Il leader peronista ha così ribadito di voler negoziare con il Fmi esclusivamente le scadenze per poter estinguere in un lasso più esteso i debiti maturati su quanto finora girato alle casse di Buenos Aires.

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