Il governo argentino risolve una delle due pendenze sul debito. È stato difatti raggiunto un accordo con i creditori del Club di Parigi per la ristrutturazione del debito da 2,4 miliardi di dollari scaduto lo scorso maggio. L’Argentina, in questo modo, evita di finire in default e chiude il giro di negoziati che ha visto lo stesso presidente, Alberto Fernández, impegnato nel recente tour nelle principali capitali europee.

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Il ministro dell’Economia, Martín Guzmán

L’annuncio dell’accordo col Club di Parigi è arrivato dal ministro dell’Economia, Martín Guzmán, precisandone i termini. L’Argentina si è impegnata col pagamento di 430 milioni di dollari nei prossimi otto mesi e entro il 31 marzo del 2022 le parti procederanno alla stesura di una piano definitivo di ristrutturazione dei restanti due miliardi.

Dell’intero debito dell’Argentina con i soci del Club di Parigi, il 37,37 per cento è nelle mani della Germania, seguita da Giappone (22,34), Paesi Bassi (7,98), Spagna (6,68), Italia (6,29), Stati Uniti (6,28), Svizzera (5,31), Francia (3,62) mentre Canada e altri detengono il 4,13 per cento.


Nella conferenza stampa di annuncio, il ministro Guzmán ha sottolineato l’importanza dell’accordo anche dal punto di vista degli equilibri interni giacché “evita un indebolimento delle riserve che avrebbe implicato maggiore instabilità del tipo di cambio e del contesto macroeconomico complessivo”. E ha ribadito la linea del governo Fernández sul debito del paese, orientata al principio della sostenibilità: “Risolvere la questione della sostenibilità del debito è un pilastro fondamentale del processo di riequilibrio macroeconomico”.

Resta, sul fronte del debito argentino, l’incombenza maggiore: i 44 miliardi di dollari con il Fondo monetario internazionale, eredità del precedente governo di Mauricio Macri, entrato nella storia come il maggiore prestito concesso dall’organismo finanziario multilaterale. Obiettivo di Buenos Aires è ottenere l’estensione delle scadenze oltre il massimo di dieci anni previsto dal programma di tipo Extended Fund Facility.

Fmi-Argentina, nessuna certezza sui tempi per l’accordo di ristrutturazione del debito

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