Perentorio il giudizio di Standard & Poor’s dopo la decisione del governo di Buenos Aires sul debito, qualificando l’Argentina in “default selettivo”. Davanti alle difficoltà crescenti e alla evidente incapacità del paese di risolvere la situazione macroeconomica, il neo ministro delle Finanze, Hernán Lacunza, ha comunicato che l’esecutivo guidato da Mauricio Macri intende percorrere la costretta strada della ristrutturazione del debito interno ed esterno a breve, medio e lungo periodo, per un totale di 101 miliardi di dollari, “senza tagli di capitale e interessi”.

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Ciò vale anche per gli oltre 57,4 miliardi dollari ottenuti in prestito dal Fondo monetario internazionale, e va a confermare quelle previsioni che avevano già anticipato l’impossibilità del paese di onorare gli impegni presi con l’istituto finanziario multilaterale. Il governo di Buenos Aires ritarderà il pagamento di 7 miliardi di dollari di pagamenti di debito a breve termine in scadenza quest’anno e cercherà di ottenere una “volontaria” estensione per i pagamenti di 40 miliardi di dollari di debito a lungo termine che sono per gran parte in mano a investitori stranieri.

La reazione dei mercati è stata immediata e scontata, considerando l’Argentina in una situazione di default visto che ammette di fatto di non poter ripagare il dovuto. Ed è questa anche la linea di S&P, facendo notare la unilateralità della decisione sui titoli in scadenza. “Dal nostro punto di vista questo costituisce un default”, sottolinea l’agenzia di rating in una nota. La stessa Standard & Poor’s aveva recentemente declassato il debito argentino a B-. Era stata anticipata da Fitch con un downgrade da B a CCC.


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Il Fmi non si è finora espresso sulla richiesta ufficiale del governo argentino di riprogrammare le scadenze del credito Stand By e ha annunciato che “analizzerà e valuterà” l’impatto delle misure presentate dal ministro Lacunza. “Riguardo all’operazione sul debito annunciata dalle autorità argentine il personale del Fmi si riserva di analizzare e valutare il loro impatto”, si legge in una nota ufficiale a nome del portavoce dell’organismo di credito multilaterale, Gerry Rice.

“Lo staff del Fondo monetario comprende che le autorità argentine hanno intrapreso questo passo importante per fare fronte alla necessità di liquidità e per salvaguardare le riserve e rimarrà in stretto contatto con le autorità” argentine”.

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Intanto, alla notizia i mercati hanno reagito facendo perdere valore alle azioni di società argentine su varie piazze, Wall Street in primis, spingendo il dollaro a 61 pesos argentini e il rischio paese ben oltre i 2.000 punti base sui titoli americani, livello che non veniva raggiunto dalla metà del 2005.

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