L’accordo di ristrutturazione del debito di oltre 44 miliardi potrebbe essere concluso prima di marzo 2022 tra Argentina e Fondo monetario internazionale. È quanto afferma Jorge Argüello, ambasciatore argentino negli Stati Uniti, diplomatico molto vicino al presidente Alberto Fernández. Argüello sottolinea che il governo di Buenos Aires è, con il Fmi, impegnato nella costruzione di uno schema “sostenibile” per il paese sudamericano.

“Dietro la concessione di quel credito c’è stata una decisione politica”, aggiunge il capo missione argentina negli States. Tuttavia “non chiediamo che ci sia condonato un solo centesimo, vogliamo solo restituirlo in modo per noi sostenibile e nei tempi adeguati”.

Al Fmi, negli ultimi giorni, l’Argentina ha versato 388 milioni di dollari come quota interessi, penultimo pagamento previsto per il 2021 mentre il prossimo, il 22 dicembre, sarà di 1,9 miliardi di dollari. Si aggiungono ai 2,470 miliardi già versati nel corso dell’anno.


I negoziati proseguono senza sosta, tra momenti di ottimismo e parentesi di incomprensione. E indiscrezioni che vengono smentite. È il caso del portavoce del Fmi, Gerri Rice, che ha oggi smentito l’esistenza di una clausola di fatto che sollevi l’Argentina dal default nel caso di mancati pagamenti nel 2022 in costanza di negoziati. Lo stesso Rice ha tuttavia sottolineato che Buenos Aires si è formalmente impegnata a onorare le scadenze, ed è ciò che si sta verificando.

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Il ministro dell’Economia, Martín Guzmán

Nel frattempo il ministro dell’Economia, Martín Guzmán, continua a muoversi nello scenario internazionale alla ricerca di sostegno politico e tecnico alle istanze di ristrutturazione del debito. Emerge che nei giorni del Vertice del G20 Italia il titolare dell’Economia, senza alcuna comunicazione alla stampa, ha incontrato Geoffrey Okamoto. Un nome di peso: numero due del Fmi e voce degli Stati Uniti nell’istituto.

Quello con Okamoto viene descritto dalla stampa argentina come un bilaterale importante, peraltro a porte chiuse tra i due. Nessuna dichiarazione, né prima né dopo, ma i retroscena parlano di colloqui incentrati sulla posizione argentina e sulla necessità di superare elementi in discussione che possano avvicinare le parti. Non meno importante è il profilo di Okamoto, descritto come possibile successore di Kristalina Georgieva alla guida del Fondo.

Argentina, dal 2008 deficit per 250 miliardi di dollari. Dal 1960 in negativo 9 anni su 10

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