La crisi ha ‘bruciato’ 120mila posti di lavoro in Argentina negli ultimi dodici mesi. Con precisione, 119.500. La disoccupazione è in aumento. È il quadro di un paese in difficoltà che emerge dall’ultimo rapporto presentato dal ministero del Lavoro. Nel dettaglio, come spiegato dalla relazione, rispetto a ottobre del 2017, i lavoratori del privato sono diminuiti di 62.200 unità, così come i cosiddetti ‘monotributistas sociales’ a ottobre 2018 sono 59.200 rispetto allo stesso mese dell’anno precedente.

Quest’ultima è una categoria speciale di lavoratori, creata per agevolare l’incorporazione all’economia formale di quelle persone in condizioni di vulnerabilità, in precedenza escluse dai sistemi impositivi e dai diversi circuiti economici.

argentina disoccupazione 2018


Ugualmente negativo è il dato rispetto al solo mese di settembre 2018, con 38.300 lavoratori in meno nel privato, segno evidente del peggioramento dell’economia nazionale negli ultimi mesi, soprattutto dopo la crisi della moneta nazionale.


A livello territoriale, viene evidenziato che, nello stesso periodo, in cinque delle ventiquattro aree (ventitré province e Capital federal) c’è stato un incremento della quantità di salariati nel settore privato. Le province col maggior dato in termini di creazione di nuovi posti di lavoro sono Jujuy (+5,3 per cento), Neuquén (+4,4), Corrientes (+0,8), Mendoza (+0,7) e Entre Ríos (+0,1). Al contrario, quelle con la perdita più consistente: Catamarca (-7,5 per cento), Formosa (-6,5), Chaco (-5,1), San Luis (-4,9) e Terra del Fuoco (-4,6).

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Per quanto rigurda i settori più interessati dai nuovi dati sulla disoccupazione, in testa c’è quello manifatturiero con 49.500, seguito dall’edilizia che ha visto 11.700 lavoratori in uscita e il commercio con 17.500 posti in meno. Numeri compensati, ma solo in minima parte, da 4.400 lavoratori in più nel settore minerario, 700 nella pesca, 7.600 nell’istruzione.

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