L’accordo tra Argentina e Fmi è arrivato, come era nelle previsioni degli analisti, ma anche dello stesso governo di Mauricio Macri, che non ha mai perso la speranza di vedersi (nuovamente) aiutare dal Fondo monetario internazionale. La stessa numero uno dell’istituto di Washington, Christine Lagarde, poche ore prima si era sbilanciata affidando al suo account ufficiale twitter parole inequivocabili: “Nella giusta direzione”.

E la destinazione, l’intesa, è quella dell’ampliamento da 50 a 57,1 miliardi di dollari del montante complessivo del programma di assistenza finanziaria e un anticipo sugli esborsi totali previsti per quello che resta del 2018 e per il 2019 pari rispettivamente a 8 e 11 miliardi di dollari.

argentina e fmiGuido Sandleris


Sono questi i numeri finali dell’accordo sul programma di assistenza finanziaria di tipo Stand By tra il Fmi e il governo di Buenos Aires presentato da Lagarde col ministro dell’Economia argentino, Nicolás Dujovne. “Ci siamo accordati per migliorare l’ammontare complessivo del programma da qui al 2021 ed è stato concesso un anticipo sui fondi previsti per il 2018 ed il 2019, fondi che a differenza dell’accordo originale non avranno carattere precauzionale”, ha chiarito Dujovne.

Da parte sua il direttore Lagarde ha confermato che “il Consiglio di amministrazione del Fondo monetario internazionale ha approvato il programma” con l’obiettivo di “sostenere il progetto economico del governo e gli ambiziosi piani di riforma che sta portando avanti anche per proteggere i settori più vulnerabili”. Sul fronte monetario, Lagarde ha chiarito anche che il Fmi pretende dalle autorità argentine il rispetto della “fluttuazione cambiaria” e del patto di non intervento da parte della Banca centrale sul mercato cambiario (il peso resterà libero di fluttuare tra i 34 e i 44 punti).

Precisazione che ha confermato le ragioni del cambio di guida alla presidenza della Banca centrale, con le dimissioni di Luis Caputo e l’arrivo di Guido Sandleris, più allineato alle richieste del Fondo e meno ‘interventista’ di Caputo. Tra Argentina e Fmi, dunque, un epilogo in linea con le indiscrezioni trapelate durante il soggiorno del presidente Macri a New York, dove ha raccolto il favore di partner internazionali, tra governi, banche e investitori.

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