È la Cina il primo partner commerciale dell’Argentina, almeno leggendo i dati sull’export del mese di aprile 2020 pubblicati dall’Indec, il locale istituto nazionale di statistica. Si tratta di un fatto eccezionale, considerando che storicamente è la posizione del Brasile. Nel mese preso in esame, difatti, l’Argentina il valore dell’export nel paese vicino è stato pari a 387 milioni di dollari, con un netto calo del 57,3 per cento rispetto ad aprile del 2019.

Al contrario, grazie all’aumento delle esportazioni di soia e carne, il valore totalizzato dagli invii in Cina è salito a 509 milioni di dollari, segnando un incremento del 50,6 per cento, confrontato al periodo dell’anno precedente. Una tendenza che, secondo gli analisti, potrebbe essere confermata anche nei prossimi mesi.

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Il Brasile, però, consolida le performance di export verso l’Argentina, che dal paese verdeoro – stesso periodo considerato – ha importato per 519 milioni dollari quindi con un saldo di bilancia negativo per Buenos Aires di 132 milioni. Il saldo è invece positivo (98 milioni) con la Cina, dalla quale l’Argentina ha importato per un vsalore totale di 411 milioni.


Terzo paese partner dell’Argentina ad aprile 2020 sono gli Stati Uniti con un export di 268 milioni, import di 384 con un saldo negativo di 117 milioni. Segue il Vietnam (il precedente governo argentino ha lavorato molto sulle relazioni bilaterali) verso il quale l’export ha totalizzato 268 milioni, con 48 di import e 220 di saldo positivo (India e Vietnam, perché sono paesi chiave per l’Argentina).

Rilevante (200 milioni) anche il saldo della bilancia commerciale con l’altro vicino, il Cile, dove l’Argentina ha esportato per 230 milioni e acquistato per 30. Poi l’India, con 172 milioni di export, 44 di import e 128 milioni di saldo positivo.

Ultimamente, sono diversi gli elementi di difficoltà del Brasile verso l’Argentina in termini di export. Il principale prodotto brasiliano venduto in Argentina sono le automobili, il cui mercato si è però contratto a causa di recessione e conseguenze delle misure antipendemiche. A questo si aggiungono recenti misure di protezione decise dal governo argentino alle merci brasiliane (auto comprese) e l’aggressività commerciale della Cina intenzionata a penetrare il più possibile nel tessuto economico argentino approfittando della attuale debolezza economico-finanziaria.

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