L’inflazione continua a essere l’incubo dell’economia e del governo argentino. Mentre il dollaro resta stabile sul valore di 37 pesos, l’indice dei prezzi è ancora su livelli preoccupanti. Anche l’ultimo rilevamento ufficiale segna un trend di continuità rispetto ai mesi precedenti del 2018. A ottobre c’è stato difatti un aumento del 5,4. Le cifre dell’Indec, il locale istituto di statistica, parlano chiaro: il dato aggregato dal 1 gennaio al 31 ottobre è del 39,5 per cento. Ancora più alto considerando i dodici mesi precendenti: 45,9 per cento.

A trainare l’aumento sono soprattutto le spese fisse delle famiglie (luce, acqua e gas) con un +8,8 per cento, seguite dal trasporto pubblico, +7,6, mentre i prezzi dei prodotti alimentari sono aumentati del 5,9 per cento. Il dato di ottobre appare tuttavia più confortante rispetto al mese precedente, ma dipende dal fatto che a settembre c’è stato un rialzo record, del 6,6 per cento su agosto.


Secondo gli analisti, però, a breve ci potrà essere un rallentamento del trend inflattivo. Questo perché gli aumenti recenti si sono verificati soprattutto su beni e servizi che hanno subito un riadeguamento dei prezzi regolati. Una volta ‘metabolizzato’ questo processo, è ipotizzabile un miglioramento anche sul fronte dell’inflazione.

Per il governo di Mauricio Macri, però, resta uno dei principali obiettivi. Nella legge di bilancio appena approvata in seconda lettura dal Senato la previsione è quella di portare il tasso di inflazione al 23 per cento entro fine 2019. Impegno anche preso con il Fondo monetario internazionale in sede di negoziati che hanno portato alla concessione del maxi prestito da oltre 57 miliardi di dollari.

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