La crisi del peso e la recessione ancora nel pieno ha portato la Banca mondiale a rivedere negativamente le prospettive economiche dell’Argentina. Quello che prevede per il 2019 è una caduta del prodotto interno lordo dell’1,7 per cento. Condizione che porterà a “una perdita di posti di lavoro e diminuzione di consumi e investimenti sia privati che pubblici”. È spiegato nell’ultimo report dell’istituto dall’emblematico titolo ‘Storm clouds are brewing for the global economy’, una analisi sullo stato dell’economia globale.

La Banca mondiale rivede al ribasso la crescita dell’economia mondiale – dal 3 per cento, che era la precedente previsione di crescita fatta a giugno, al 2,9 – a causa delle tensioni commerciali, del freno dell’attività manifatturiera e della pressione finanziaria crescente sui mercati emergenti, tra i quali si trova anche l’Argentina.

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L’organizzazione con sede a Washington si allinea così alle stime più recenti del Fondo monetario internazionale che indica in 1,6 il negativo dell’economia argentina per il 2019. Si tratta di una ‘ripensamento’ considerevole visto che la precedente previsione della Banca mondiale ipotizzava un aumento di Pil dell’1,8. E così sono tre le organizzazioni internazionali economico-finanziarie (con la World Bank anche Fmi e Ocse) che per l’Argentina pronosticano il perdurare della recessione.


“In Argentina, la crisi monetaria e la rigidità delle politiche economiche e monetarie, combinate con le difficoltà del settore agroindustriale a causa della siccità con cui ha dovuto fare i conti, hanno portato a una contrazione delle attività”, si legge nel report. Per questo “il programma di austerità concordato con il Fmi sarà impegnativo”.

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