Il governo degli Stati Uniti cambia orientamento sul biodiesel argentino. Dopo una iniziale annuncio circa l’aumento dei dazi, da Washington erano arrivate voci più concilianti. Ora, però, la decisione finale: il governo statunitense di Donald Trump ha deciso di ratificare i dazi fino al 130 per cento alle importazioni di combustibile di tipo biodiesel dall’Argentina, introdotti nel 2018 come “diritti di compensazione” e “antidumping”.

Come argomentato dal dipartimento del Commercio Usa, l’eliminazione delle sovvenzioni alle esportazioni e l’aumento delle tasse sulle esportazioni decise dal governo di Buenos Aires non sono misure sufficienti a modificare la necessità di protezione del mercato interno. Per l’Argentina quella di Washigton non è una scelta trascurabile ed è confermato dai dati della Secondo dati dell’ente di settore, la Camera argentina dei biocombustibili (Cab): nel 2017, ultimo anno esente da dazi, il mercato Usa ha assorbito esportazioni per 1,2 miliardi di dollari.

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È per questo che in Argentina, come segnalano gli addetti ai lavori, si continua a lavorare per un accordo giacché i dazi del 130 per cento sono ritenuti ingiustificati, oltre a costituire una grave penalizzazione per l’export albiceleste. Nel 2017 il biodiesel è stata la principale voce dell’export argentino verso gli Usa, rappresentando un mercato fondamentale per la catena produttiva della soia. Stando così le cose, per il biodiesel argentino il principale mercato diventa l’Unione europea.


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