L’integrazione è la vera scommessa, anche in un periodo in cui nazionalismi e sovranismi di varia intensità sembrano dominare la scena politica in diversi continenti. Sembrano pensarla così anche Brasile e Argentina che, durante la visita di Jair Bolsonaro, hanno svelato un progetto non nuovo ma interessante sul piano economico, oltre che su quello politico e sociale: il Peso Real.

Di una moneta unica per i due giganti sudamericani si era cominciato a parlare durante la presidenza del radicale Fernando De la Rúa, con José Machinea ministro dell’Economia. Poi a Buenos Aires arrivarono tempi difficili, seguiti da scelte di integrazione regionale più orientate a bandiere politico-ideologiche che di sostanza.

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Nicolás Dujovne e Paulo Guedes


Con l’occasione – Bolsonaro in visita a Buenos Aires – sono venuti fuori i retroscena, meglio intesi come precedenti contatti bilaterali per valutare il progetto di un’unica divisa per i due paesi. Nello scorso aprile, i rispettivi titolari dell’Economia, Nicolás Dujovne e Paulo Guedes, si sono riuniti a Washington (in gran segreto, osserva la stampa argentina con Infobae) per valutare la possibilità di dare vita a una moneta comune. Poi un resoconto su pro e contro è stato fatto ai due presidenti.


Successivamente Macri e Bolsonaro ne hanno parlato al telefono decidendo di provarci. Ma ancora in ‘modo privato’ al fine di evitare reazioni imprevedibli dei mercati, soprattutto in un momento non proprio di calma, almeno sul fronte argentino. Poi un nuovo incontro tra Dujovne e Guedes a Rio de Janeiro dove, tra le altre cose, l’amministrazione Bolsonaro ha manifestato pieno sostegno a Macri in vista del voto di ottobre.

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Dai nuovi colloqui è emersa la disponibilità del presidente brasiliano a creare una moneta unica, ma anche una entità bancaria sovranazionale purché restino in vita le due banche centrali con la loro indipendenza. Ma sorprendentemente è stato Bolsonaro a proporre la convocazione anche di Uruguay e Paraguay, in quanto membri del Mercosur. Una spinta alla maggiore integrazione del vecchio blocco commerciale che non ha mai realmente brillato.

Il colpo di scena c’è stato nel pomeriggio di giovedì 6 giugno quando, durante un incontro con imprenditori dei due paesi, Bolsonaro e il suo ministro economico hanno rivelato l’esistenza del progetto. Una discovery che ha sorpreso non poco il governo di Buenos Aires, peraltro, nell’occasione, padrone di casa e col suo titolare ell’Economia in missione all’estero con gli omologhi del G20. Ma che sembra convincere gli operatori economici, interessati a maggiore stabilità di uno scenario con un interscambio tradizionalmente interessante in termini di volume.


Ai presenti è stato anche ‘fatto il nome’: Peso Real, denominazione che non scontenta nessuno. Gli attori brasiliani sottolineano che in presenza di un allineamento politico dovrebbe esserci anche un allineamento di politiche macroeconomiche, che gioverebbe a entrambi gli Stati ma, è evidente, alla stessa regione. Poi, come lo stesso Guemes ha spiegato, metterebbe al riparo l’economia argentina da qualsiasi improvvisa svalutazione della moneta verdeoro.

La strada sembra tracciata, se perfino un sovranista come Bolsonaro se ne mostra convinto. Prossimo step, si apprende, una riunione a luglio tra i due enti di rappresentanza degli industriali. Il Sudamerica non è l’Europa, il cammino non è agevole e sicuramente lungo tra aspetti politici, economici e burocratici. Ma il Peso Real è una buona notizia.

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