Buone notizie per i turisti che scelgono Buenos Aires. Effetto della consistente svalutazione del peso sul dollaro degli ultimi dodici mesi, la Capitale argentina risulta una destinazione turistica più economica dello scorso anno. Il dato emerge dal ranking 2018 sul costo della vita elaborato dalla Mercer, che opera in 130 Paesi, e posiziona la città del tango al 76esimo posto tra le città più care per i turisti stranieri, mentre il 2017 era la numero 40. “Il cambio di posizione di Buenos Aires si deve al doppio effetto della svalutazione del peso rispetto al dollaro statunitense e del peso argentino rispetto alla moneta Usa”, spiega Valeria Bohórquez, direttrice di Mercer per l’Argentina. Anche le altre principali città di Argentina, Brasile e Perù hanno registrato ‘scivolate’ verso posizioni più basse. Delle sudamericane, San Paolo (alla 58esima posizione del ranking mondiale) risulta la più cara nonostante sia scesa di 32 posizioni rispetto al 2017. La segue Santiago del Cile, che è 69esima scendendo di soli due gradini dall’anno scorso, mentre Montevideo occupa il posto numero 75, dieci in meno.

Gran parte delle altre città sudamericane hanno perso posizione nonostante l’aumento del prezzo di beni e servizi che hanno interessato soprattutto Brasile, Argentina e Uruguay. Caso più evidente è Rio de Janeiro che dalla 56esima posizione si è ritrovata col numero 99. Ancora più in basso si collocano Lima (132), Bogotà (168) entre, dell’intero continente americano, è la capitale honduregna Tegucigalpa (201esima posizione nel mondo). ‘Non pervenuta’ Caracas, o meglio esclusa dalle valutazioni della Mercer a causa della complessa situaizone cambiaria che rende inattendibile ogni rilievo.




Fonte: Mercer


Diversa la situazione per i turisti stranieri che scelgono il nostro Paese. Mercer Italia segnala che nel 2018 le posizioni di Milano e Roma sono variate consistentemente rispetto all’edizione 2017 della ricerca: Milano è passata dal 71esimo posto alla posizione 33, mentre Roma dalla 80esima posizione alla 46esima. Questi ‘salti’ decisi nel raning (+38 posizioni per Milano e +34 posizioni per la Capitale) sono legati principalmente all’indebolimento relativo del dollaro americano rispetto all’euro, in una classifica che parametra i costi nelle città del mondo a quelli di New York. Difatti, tra il marzo 2017 e lo stesso mese del 2018, l’euro ha guadagnato il 16,01 per cento nei confronti della divisa Usa con la conseguenza che questo effetto ‘valutario’ è visibile in tutte le città dell’Eurozona.

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