La Cina si conferma mercato strategico, a tratti vitale, per l’economia argentina. Lo conferma anche il trend del settore alimentare, nella fattispecie la carne argentina che oltrepassa i confini nazionali. Tre quarti dell’export di quello che è tra i prodotti di punta dell’industria agroalimentare sono destinati alla Repubblica popolare.

Si tratta di una tendenza che si va consolidando negli ultimi due anni e che, nel primo quadrimestre del 2019, ha visto inviare in Cina 92.727 tonnellate di carne argentina bovina congelata. Si parla, dunque, del 75 per cento del totale delle esportazioni.

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Dati che arrivano dall’ente di riferimento dei produttori, la Camera di commercio dell’industria e commercio di carni e derivati. A seguire, gli altri paesi di destinazione sono, nell’ordine, Cile, Israele, Germania, Russia, Paesi Bassi, Brasile e Italia.


Fatti i calcoli, le entrate per le vendite alla Cina hanno prodotto 391,4 milioni di dollari, con un aumento dell’84,6 per cento. Al Cile, secondo cliente dell’Argentina, l’invio di 9.422 ha fatturato 50,7 milioni di dollari con un prezzo medio alla tonnellata di 5.376 dollari. A Israele, invece, sono andate 9.124 tonnellate a un prezzo medio di 6.900 dollari. Meno alla Germania, 7.168 tonnellate di fresco per un totale di 73,9 milioni di dollari.

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L’Italia, invece, nel primo quadrimestre dell’anno in corso ha acquistato dall’Argentina 1.995 tonnellate di carne fresca, registrando un aumento del 19,7 per cento. Con i 19,4 milioni di dollari corrispondenti (prezzio medio per tonnellata 9.745 dollari) il nostro paese sale del 10,7 per cento rispetto allo stesso periodo del 2018.

Perché la carne argentina è la più buona: dai conquistadores all’export in Cina

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