Il cobalto preoccupa il mondo. La domanda costantemente crescente, unita agli scenari problematici che sembrano delinearsi dal lato dell’offerta, potrebbero creare una vera e propria ‘tempesta perfetta’ per le compagnie di estrazione. Vero è che il componente fondamentale delle batterie a ioni, che alimentano praticamente qualsiasi oggetto tecnologico della nostra quotidianità (dagli smartphone, ai laptop, fino alle auto elettriche), è il litio. Ma il cobalto, gemello meno ‘nobile’, assume vera importanza solo in combinazione col fratello maggiore.

Oggi, però, qualcosa è cambiato, ed è il cobalto a essere al centro della scena, ma non per le ragioni giuste. A preoccupare aziende e investitori è la delicata situazione politica nella Repubblica Democratica del Congo, alle prese con una grave instabilità e continui cambiamenti regolamentari che minano seriamente lo scenario economico. Tanto che gli analisti Bloomberg prevedono uno choc dell’offerta per i primi anni del prossimo decennio.


Lo Stato africano produce da solo quasi il 70 per cento del totale a livello mondiale, in una dinamica caratterizzata da un aumento continuo. Nel 2016, la domanda globale di cobalto ha per la prima volta superato le centomila tonnellate, arrivando a 123mila, e per i prossimi anni è prevista una crescita ulteriore, alla media di oltre il 10 per cento annuo. Per alcuni, a questi ritmi il volume totale della domanda potrebbe raddoppiare, in soli otto anni. Nel 2017, tuttavia, l’atteso aumento non c’è stato e, anzi, la produzione è nuovamente dimunuita, a 110mila tonnellate, proprio a causa della situazione in Congo. I produttori hanno parzialmente rilocalizzato in realtà statuali dotate di impianti legislativi adeguati, diritti umani garantiti, e tutele dei lavoratori.

Così, paesi come Usa, Canada, ma anche Cile e Argentina, si pongono come prime alternative alla ‘soluzione africana’. E soprattutto i due territori sudamericani soprattutto potrebbero vedere consacrata la propria posizione nello scacchiere energetico globale, dato che con la confinante Bolivia formano già il ‘triangolo del litio’, dove si produce all’incirca il 70 per cento della produzione globale del prezioso metallo.

TI POTREBBERO INTERESSARE