Nuova misura anticrisi decisa dal governo dell’Argentina. Il precedente pacchetto di provvedimenti varato per combattere le difficoltà economiche e sociali del paese abilitava l’esecutivo a un ulteriore aumento dei diritti di esportazione sui prodotti agricoli. L’esecutivo guidato da Alberto Fernández ha così aumentato di un ulteriore 3 per cento i diritti sull’export della soia, portandoli dal 30 al 33 per cento. È il secondo intervento della stessa natura: a metà dicembre erano già stati portati dal 24,7 al 30 per cento.

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Alla base del provvedimento, viene spiegato dal ministero dell’Economia, la necessità di aumentare il gettito fiscale e l’ingresso di divise estere forti intervenendo quindi sui settori che stanno maggiormente beneficiando della forte svalutazione del peso argentino. Una decisione che, inevitabilmente, scontenta i produttori del settore agricolo che, nelle ultime settimane, hanno finanche dichiarato di sentirsi traditi dalla coalizione peronista.

Tuttavia, le nuove norme fiscali prevedono la maggiorazione dell’aliquota solo sui grandi volumi di export, cioè a quei produttori che spediscono oltre i confini dell’Argentina più di mille tonnellate in un anno. Fino alla quota di 500 tonnellate annuali l’aliquota dei diritti di esportazione sarà quella ridotta del 27 per cento.


Export, soprattutto: il piano economico del governo argentino contro crisi e debito

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