L’altro fonte caldo della crisi argentina: la disoccupazione. I nuovi dati dell’Indec, il locale istituto nazionale di statistica, mostrano l’ulteriore segno di un paese sull’orlo della disperazione. Nel secondo trimestre del 2019 il tasso di disoccupazione è salito al 10,6 per cento, un punto in più rispetto al 9,6 dello stesso periodo dell’anno precedente. Sale dello 0,5 anche comparandolo al primo trimestre 2019.

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Si tratta della cifra più alta dall’inizio della gestione Macri, corrispondendo a 2,5 milioni di persone senza lavoro. Le statistiche parlano anche di un 13,1 per cento di sottoccupazione, facendo riferimento a lavoratori la cui attività risulta risulta ridimensionata come conseguenza della recessione. Secondo i calcoli dell’Istat, in Argentina sono quindi in circa cinque milioni a essere interessati da problemi legati al lavoro.


A livello di incidenza territoriale, l’area più colpita dall’aumento dalla disoccupazione è quella di Mar del Plata, con il 13,4 per cento, seguita dal conurbano di Buenos Aires e Salta col 12,7. L’area del Gran Resistencia (2 per cento) e San Juan (2,3) risultano quelle meno interessate, ma anche per effetto del tradizionale spopolamento di chi lascia quei territori alla volta delle grandi aree urbane.


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