Tra il 1950 e il 2016 l’Argentina si è trovata ad affrontare 14 periodi di crisi, trascorrendo quasi un terzo del suo tempo (il 32 per cento) in condizioni di recessione. È il risultato di uno studio elaborato dalla Banca mondiale con l’ente Camera di commercio argentina. In questo periodo lungo il paese è cresciuto solo del 2,7 per cento. Con un record negativo – che viene sottolineato nel rapporto intitolato ‘Verso la fine delle crisi in Argentina’ – di essere seconda solo alla Repubblica democratica del Congo.
Il documento analizza le performance economiche dell’Argentina dal 1950 e le sfide che il paese deve affrontare per raggiungere una condizione di sviluppo sostenibile, che possa permettere di ridurre la povertà e promuovere una prosperità diffusa. Quel 2,7 per cento di crescita in oltre sessant’anni rappresenta circa la metà del risultato raggiunto dal resto della regione.
Secondo i tecnici di Banca mondiale e Camera di commercio, per invertire la tendenza risulta essenziale intervenire sul funzionamento delle istituzioni e pensare e sostenere riforme strutturali utili alla crescita economica. Quattro i punti chiave elaborati dai tecnici: un clima macroeconomico stabile con equità fiscale, apertura commerciale, inclusione sociale basata su lavoro qualificato, protezione dell’ambiente.
Rispetto alla questione macroeconomica, obiettivo principale è quello dei conti pubblici, che permette di stabilizzare il debito. Così come, al fine di ridurre la distorsione del peso fiscale, invitano i tecnici, è necessario definire responsabilità in materia di spesa pubblica tra i diversi livelli di governo e sul piano dei trasferimenti dello Stato centrale per un equo accesso ai servizi pubblici.
A completare le priorità, sviluppo e modernizzazione delle infrastrutture, oltre a una maggiore efficienza dei settori salute e istruzione, alla base della crescita sociale che accompagni quella economica. E, infine, una riforma del sistema previdenziale pensato in chiave di sostenibilità futura, “equilibrando la spesso eccessiva generosità a una copertura più ampia”.
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