L’amministrazione Trump ha bruscamente modificato la agenda politica Usa. Tra i cambiamenti di rotta più sensibili si può osservare il disinteresse con cui gli Stati Uniti osservano l’America Latina. Il disengagement repubblicano ha lasciato un grande spazio vuoto e la Cina non ha esitato a farsi avanti per colmare questo varco sempre più aperto. Pechino sembra infatti voler includere l’Argentina nel suo ambizioso progetto “One Belt One Road”. A luglio il presidente cinese Xi Jinping ha dichiarato, durante il summit dei Brics di Johannesburg, che la Cina è pronta a una partnership con l’Argentina per contribuire alla “salvaguardia del sistema commerciale multilaterale e al miglioramento della governance globale”. “Come amico sincero e partner cooperativo dell’Argentina, la Cina sostiene gli sforzi dell’Argentina nel mantenere la stabilità economica e finanziaria ed è disposta a continuare a fornire assistenza nell’ambito delle sue capacità”. Il paese sudamericano, invece, secondo il presidente Macri, spera che le due parti possano promuovere gli scambi “ad alto livello” e includere nella cooperazione settori come l’energia, l’aviazione, gli investimenti, la finanza e il turismo.

Il presidente Xi Jinping ha immediatamente dimostrato la concretezza delle sue parole: la China State Construction Engeneering Corp (Cscec) ha annunciato di aver vinto un appalto da 2,13 miliardi di dollari per la costruzione di una autostrada di 538 km in Argentina. I termini della gara richiedono all’azienda cinese di terminare i lavori di costruzioni in non oltre cinque anni e la impegnano come un unico contractor nella gestione della progettazione, del design e della manutenzione dell’opera. Cscec è una delle prime aziende edili di tutta la Cina e una delle più attive nella ricerca di appalti in Occidente sotto l’egida della “Belt and Road” di Pechino. Tuttavia, questa è la prima volta che la compagnia cinese lavora in Argentina.

Un altro evidente simbolo della lunga mano di Pechino sul suolo argentino è in Patagonia. Lì si erge, del tutto isolata, una immensa torre di 16 piani per 450 tonnellate. Questa struttura è il fulcro di una stazione di controllo satellitare e spaziale costruita dai militari cinesi e costata ben 50 milioni di dollari. La China Satellite Launch and Tracking Control General, una divisione delle forze armate cinesi, si è stabilita in questa zona di oltre 200 ettari nella provincia di Neuquén. La stazione ha iniziato a funzionare a marzo, svolgendo un ruolo determinante nella coraggiosa spedizione della Cina verso il lato inesplorato della luna.


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