Debito Argentina – È la prima doccia fredda per il governo argentino dopo la riuscita ristrutturazione del debito di oltre 66 miliardi di dollari che, lo scorso settembre, ha raggiunto la quasi unanimità mettendo d’accordo anche creditori tradizionalmente ostili. Una parte di questi, però, segnala oggi ufficialmente i dubbi sulla condotta dell’Argentina in termini di politica economica. Che, a loro dire, metterebbe a rischio i loro interessi e, di conseguenza, le possibilità di solvibilità futura.

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Il ministro dell’Economia, Martín Guzmán

Si tratta del comitato di possessori di titoli ristrutturati denominato Ad Hoc Group of Argentina Exchange Bondholders, secondo il quale l’esecutivo di Buenos Aires starebbe lavorando male sulle possibilità di ripresa economica del paese, effetto di scelte politiche definite “inadeguate”. L’Ad Hoc Group of Argentina Exchange Bondholders è formato da fondi di investimento del calibro, tra gli altri, di Hbk, Monarch, Paloma Partners, Pharo, Redwood Capital.

Con un comunicato, l’Ad Hoc Group of Argentina Exchange Bondholders segnala che, a suo avviso, il governo di Buenos Aires sta portando avanti “politiche insostenibili”. Precisano che “le politiche di controllo dei prezzi, le tariffe congelate e le limitazioni all’accesso alla valuta estera sono palliativi a breve termine destinati a fallire e accumulano solo problemi maggiori lungo la strada della ripresa”.


Inoltre, secondo gli stessi creditori il governo guidato da Alberto Fernández “non ha ancora definito un quadro di politica macroeconomica sul medio termine” e non mostra “nessuna volontà” di intraprendere una ristrutturazione dei conti. Aggiungono che il finanziamento del deficit con emissioni contribuisce all’aumento dell’inflazione, e ritengono “non credibile” la recente stime fatta dal ministro dell’Economia, Martín Guzmán, di un tasso del 29 per cento a fine 2021.

A tal fine, a garanzia di solvibilità e maggiori certezza di solidità futura, il gruppo dei creditori segnala come “disperatamente necessario” un nuovo accordo tra l’Argentina e il Fondo monetario internazionale, attualmente in fase di negoziato. Secondo il comitato, però, il governo di Buenos Aires starebbe prendendo “seriamente in considerazione” la possibilità di ritardare tale accordo al fine di disporre di maggiore tempo e movimento per “proseguire ancora con le sue politiche insostenibili”.

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