È prevista per il mese di giugno una nuova missione del Fondo monetario internazionale a Buenos Aires, dando formalmente avvio a un nuovo step dei negoziati tra il governo dell’Argentina e l’organismo finanziario multilaterale. Alla base, il dialogo sulla ristrutturazione del debito di 44 miliardi di dollari contratto dal paese nel 2018. A capo della missione, ancora Julie Kozac e Luis Cubbedu, dalle cui mani arriverà un rapporto che sarà reso noto tra la fine di giugno e la prima metà di luglio.

Per l’Argentina quello con il Fmi è un passo fondamentale per l’altro attuale fascicolo relativo al debito estero. Con le risultanze della missione del Fondo, il governo di Buenos Aires potrà conoscere anche l’orientamento del Club di Pargi, verso il quale il paese sudamericano ha una scadenza di 2,4 miliardi di dollari alla fine di maggio. Che sarebbe default senza il pagamento entro fine luglio. Da tempo l’Argentina chiede la ristrutturazione anche di questa pendenza ed è stato l’obiettivo del recente viaggio del presidente, Alberto Fernández, nel Vecchio continente, Italia compresa.

Dagli incontri tra Fernández e i partner europei è emerso la richiesta a Buenos Aires di dimostrare una condotta collaborativa con il Fmi per favorire una conclusione positiva con Club di Parigi. Secondo le indiscrezioni della stampa argentina, nello specifico il quoditiano Ámbito Financiero, l’accettazione di una nuova missione Fmi da parte dell’Argentina sarebbe stata tra le richieste del presidente francese Macron durante il tour europeo di Fernández.


Solo in questo caso il Club di Parigi avrebbe accetterebbe una proroga del debito in essere. A ogni modo, si tratterebbe di uno slittamento non superiore a tre mesi, arrivando alla fine di ottobre dell’anno in corso. Dopo, Buenos Aires dovrà dimostrare l’avanzamento dei nogoziati con il Fondo. Insomma, i partner del Club chiedono che la condotta argentina sia ordinata alla collaborazione e alla buona fede. Ma è lo sfondo politico interno che potrebbe riservare sorprese.

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Nelle ultime dichiarazioni degli alti funzionari del Fondo monetario è sottolineata la necessità di protezione delle fasdce deboli della popolazione, in modo particolare nell’attuale congiuntura economica e sanitaria. Tuttavia, secondo le stesse fonti del Fmi non si esclude che l’Argentina sarà chiamata a riforme strutturali di riequilibrio dell’assetto macreconomico, a cominciare dai livelli di inflazione ormai sopra il 46 per cento su anno

Qui appare certo, e timidamente già in atto, un confronto tra l’impostazione di governo di Fernández e del suo ministro dell’Economia, Martín Guzmán, e l’ala più ‘dura’ del kirchnerismo, refrattario a quelle che tradizionalmente definisce “imposizioni” del Fondo.

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