L’Argentina e i creditori continuano a trattare in vista della scadenza dell’offerta di ristrutturazione del debito, prevista per il 22 maggio. Nonostante siano finora emerse non poche difficoltà nel raggiungere una base comune, i principali analisti non nascondono ottimismo. La proposta avanzata da Buenos Aires è stata inizialmente respinta dai principali fondi di investimento e ora sembra costituire un punto di partenza.
Come reso noto dal governo argentino, lo scorso venerdì a Buenos Aires sono arrivate tre controproposte dai grandi rappresentanti dei creditori in possesso dei titoli, emessi sotto legislazione estera, e inclusi nell’offerta di ristrutturazione. (“Non possiamo pagare fino al 2023”. Debito Argentina, l’offerta di ristrutturazione ai creditori privati)
Dai dettagli, resi noti oggi dalla stampa argentina, emerge che due delle controproposte – che arrivano dal Gruppo ad hoc di obbligazionisti, che include i fondi BlackRock e Fidelity, e dal Gruppo ad hoc di obbligazionisti di titoli di scambio, tra cui Monarch e Bhk Capital – chiedono che la moratoria dei pagamenti non sia di tre anni come proposto dal governo ma limitata a uno. Non prevedonoe, inoltre, nessun taglio al capitale ma accetterebbero una sensibile riduzione degli interessi.
È la terza controproposta ad avvicinarsi di più alla posizione di Buenos Aires. Si tratta dei fondi Greylock, Gramercy e Fintech, che sarebbero dispobibili a un taglio del capitale iniziale e una riduzione degli interessi.
Tutte sono al vaglio di Martín Guzmán, ministro dell’Economia e ‘plenipotenziario’ per la gestione della crisi del debito estero, e del suo team. Dal dicastero economico, tuttavia, confermano il principio di base del governo di Alberto Fernández: imprescindibile è l’obiettivo di ristabilire la sostenibilità del debito estero.
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