Debito Argentina – Buenos Aires ha lanciato ufficialmente la sua offerta di ristrutturazione dell’ingombrante debito estero, ci sarà un negoziato lungo e difficile con i creditori privati in possesso di titoli emessi sotto legislazione estera. Il ministro dell’Economia, Martín Guzmán, capofila del team economico incaricato di gestire l’incombenza più seria del paese sudamericano, lo sa bene. “In questi venti giorni ci saranno attori che giocheranno forte, ci sono molti interessi in gioco e i nostri creditori cercano di ottenere più di quello che possiamo pagare”, ha avvertito all’atto di presentazione della proposta.

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Il ministro Guzmán

Nel frattempo, però, la primissima reazione dei mercati sembra essere positiva. O, almeno, è parsa non anticipare una sorta di valanga di ‘no’. Nelle ore della illustrazione della offerta ai creditori privati, il rischio paese è calato, seppure rimanendo a livelli inconcepibili in altri scenari mondiali. Il differenziale misurato da Jp Morgan con i titoli del Tesoro statunitense ha registrato un calo del 12,50 per cento, passando da 3.985 del giorno prima ai 3.487 punti di venerd’ 17 aprile.

I bond e le azioni argentine sul mercato statunitense, invece, hanno segnato aumenti in media rispettivamente dell’8 e del 4 per cento. A trainare i titoli di stato sono state soprattutto le emissioni sul lungo termine, con le lettere a 100 anni emesse durante il governo di Mauricio Macri che hanno registrato un +12,3 per cento, mentre il Bonar 2037 ha chiuso con un +9,6. Diversa la performance sul mercato interno: dopo un avvio in positivo, l’indice Merval della borsa di Buenos Aires ha chiuso con un -1,1 per cento.


“Non possiamo pagare fino al 2023”. Debito Argentina, l’offerta di ristrutturazione ai creditori privati

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