Governo argentino e rappresentanti dei creditori lavorano a ritmo serrato per avvicinare il più possibile le posizioni sulla ristrutturazione del debito sottoposto all’offerta proposta da Buenos Aires lo scorso aprile. L’ultima mossa in ordine di tempo arriva proprio dai principali gruppi di creditori riuniti sotto le sigle dell’Ad Hoc Argentina Bondholder Group, con al suo interno in prima linea il fondo BlackRock, e dell’Exchange Bondholder Group con Monarch capofila.

I due gruppi hanno reso nota la loro nuova controproposta. Il fine, come dichiarato in un comunicato congiunto, è quello di costruire una soluzione che tenga conto delle necessità più volte ribadite da Buenos Aires circa la sostenibilità del debito, e di proseguire nei negoziati “in buona fede” per giungere a una soluzione consensuale accettabile per entrambe le parti. La proposta dei creditori, attraverso una combinazione di fattori, consentirebbe all’Argentina un sollievo di 23,8 miliardi di dollari in quattro anni e di 36,6 miliardi in nove anni.

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Nella trattativa anche il governo argentino ostenta un fare collaborativo. Tre giorni prima della mano tesa dei creditori, l’Argentina ha proposto la riduzione del lungo periodo di grazia preteso. Nell’offerta di aprile, difatti, Buenos Aires, argomentando sull’impossibilità di adempiere causa recessione e coronavirus, ha chiesto la moratoria dei pagamenti fino al 2023. Ora, però, sarebbe disponibile, previa compensazione sulle cifre, a riprendere nel 2022.


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Martín Guzmán

Dal canto suo, il ministro dell’Economia, Martín Guzmán, ha segnalato che, nonostante la novità, nel negoziato per la ristrutturazione del debito estero “c’è ancora un lungo cammino da percorrere”. “Le posizioni dei creditori sono ancora molto diverse, dato che ognuno ha necessità e preferenze legate al tipo di titoli di cui sono in possesso”, ha concluso il titolare dell’Economia argentina. Con tutta evidenza, le parti sono già proiettate oltre la scadenza del 2 giugno, ultimo termine indicato dall’esecutivo.

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