Il governo argentino porta avanti i negoziati sul debito con i creditori internazionali per un accordo sull’ultima offerta di ristrutturazione su 65 miliardi, ma le agenzie di rating non attendono. È così arrivato il downgrade di Fitch che ha portato l’Argentina da ‘c’ a ‘default’, dopo il mancato pagamento degli interessi bond Global scaduto il termine di grazia.

Ma Fitch non è l’unica agenzia di rating a declassare il debito argentino. Sulla base delle stesse motivazioni, anche Standard & Poor’s ha portato l’Argentina da ‘cc’ a ‘d’, cioè a una condizione di default. S&P ha anche rivisto al ribasso il rating dei bond Bonar 2024, emessi in dollari ma sotto legislazione argentina.

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Tuttavia, i mercati continuano a lanciare segnali di ottimismo sulla possibilità che il governo di Buenos Aires e i principali gruppi di creditori giungano a un accordo sul debito. Il ministro dell’Economia, Martín Guzmán, ha fatto intendere di essere disposto a concedere qualcosa in più rispetto alla proposta dello scorso aprile purché non venga meno la sostenibilità del debito rispetto agli attuali parametri macroeconomici e alle prospettive dell’economia nazionale.


I principali buoni del Tesoro in dollari hanno evidenziato una tendenza al rialzo toccando in alcuni casi anche aumenti del 10 per cento. Parallelamente, il rischio paese misurato da JP Morgan, conservando la tendenza degli ultimi giorni, è sceso ulteriormente toccando i 2.571 punti base, il livello più basso dai primi di marzo.

Debito Argentina, “accordo confidenziale” governo-fondi sulla ristrutturazione

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