In piena emergenza globale coronavirus riemerge, a livello politico, il tema del debito estero dei paesi economicamente più deboli. Una proposta per l’America Latina è avanzata dal Celag, Centro strategico latinoamericano di geopolitica. Viene presentata come campagna mondiale affinché Fondo monetario internazionale, Banca mondiale e altri organismi finanziari multilaterali accettino una moratoria del debito dei paesi del subcontinente americano.

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I promotori argomentano sull’impossibilità di una ripresa delle economie nazionali latinoamericane in un momento storico funestato dalla grande pandemia gobale del Covid-19, con la conseguenza che “il condono del debito estero è una azione giusta quanto necessaria”.

La campagna, denominata “La hora de la condonación de la deuda para América Latina” vede tra i suoi promotori esponenti di spicco della politica continentale tra cui l’ex presidente del Brasile, Dilma Rousseff, l’ex presidente ecuadoriano, Rafael Correa, l’ex ministro degli esteri argentino Jorge Taiana, l’ex numerodue della Bolivia, Álvaro García Linera, l’ex presidente paraguaiano, Fernando Lugo, l’ex ministro degli Esteri brasiliano, Celso Amorim, l’ex presidente colombiano, Ernesto Samper, la giovane politica cilena, Camila Vallejo Dowling. Tra gli altri, spicca anche il nome dell’ex premier spagnolo, José Luis Rodríguez Zapatero, oltre a politici e accademici non latinoamericani.


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Jorge Taiana

Il fine dell’azione richiesta, spiegano i promotori, è di ragionare come si è fatto, nella storia mondiale, in occasione di grandi catastrofi come eventi bellici, malattie e pandemie che hanno colpito alcuni paesi o aree del mondo. E, altresì, è “una opportunità unica per evitare che il peso del debito costituisca un ostacolo ancora più grande nel superare questo momento sociale e economico così critico”.

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Dilma Rousseff

“Non possiamo esigere dai paesi indebitati che predispongano politiche effettive in materia di salute pubblica per affrontare la pandemia e al tempo stesso chiedere che adempiano gli obblighi derivanti dal debito estero”, aggiunge il manifesto. I promotori chiedono che sia anche l’Assemblea generale delle Nazioni unite, con urgenza, a pronunciarsi con una risoluzione che possa aprire la strada a una grande strategia internazionale di condono del debito estero e stimolare il processo di ristrutturazione del debito degli stessi paesi con i creditori privati.

“Nel futuro prossimo, è assolutamente impraticabile rendere certe azioni di ristrutturazione delle finanze pubbliche con gli attuali livelli di indebitamento giacché il debito estero dell’America Latina è pari al 43,2 per cento del suo prodotto interno lordo”. Non solo “una questione di solidarietà, ma anche di efficienza”, concludono.

Per quanto rigurda l’Argentina, stando agli ultimi dati del ministero dell’Economia di fine febbraio 2020, il debito lordo dello Stato centrale, al cambio attuale, è pari a 324,374 miliardi di dollari tra creditori pubblici e possessori di titoli dello Stato. Si tratta, al momento, dell’88,8 per cento del suo attuale prodotto interno lordo. Il debito con il Fmi è, quota capitale, pari a 44 miliardi di dollari, debito contratto tra il 2018 e il 2019.

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