Continua a crescere l’export argentino, stimolato dalle politiche di apertura commerciale soprattutto relative ad alcuni settori produttivi. Nel mese di giugno – dati dell’Indec, l’istituto nazionale di statistica – la bilancia commerciale, con +1,9 per cento, ha registrato un surplus pari a 1,060 miliardi di dollari, portando il primo semestre dell’anno a un saldo attivo di 5,589 miliardi. Si tratta della decima performance mensile consecutiva.

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A risultare inferiore allo stesso periodo dell’anno precedente è l’interscambio complessivo, registrando un -11,2 per cento. Una diminuzione, in linea con i mesi precedenti, dovuta a un drastico calo delle importazioni (-23,5 per cento), effetto della forte svalutazione del peso argentino.

A spingere l’export argentino soprattutto combustibili ed energia, con un +33,6 per cento, e derivati dell’agricoltura e dell’allevamento, con un +12,1 per cento. Cambia la mappa dei paesi di interscambio.


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Spicca soprattutto la diminuzione degli scambi con il Brasile (-6,5 per cento le esportazioni e -39,1 per cento le importazioni), pur con un saldo attivo di 65 milioni di dollari. La dinamica con gli Stati Uniti segna un -18,3 per cento le esportazioni e -16,7 per l’import, con un saldo negativo di 282 milioni di dollari.

Cresce invece la presenza argentina nei mercati asiatici, nuovi quadranti che il governo di Buenos Aires sta stimolando con accordi ad hoc. Le esportazioni verso i paesi Asean hanno registrato un’espansione complessiva del 44,6 per cento raggiungendo il 9,7 per cento del totale dell’export argentino. Risultano aumentate dell’8,7 per cento le vendite alla Cina, del 239,3 per cento quelle al Vietnam e l’export verso l’India segna un incremento del 60,3 per cento.

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