Previsioni rispettate nell’approvazione dei diritti speciali di prelievo da parte del direttivo del Fondo monetario internazionale. La quota destinata all’Argentina, 4,355 miliardi di dollari calcolate sulla percentuale di partecipazione, arriverà nelle casse di Buenos Aires il 23 agosto, come informano dal Fmi.

I nuovi fondi in arrivo del Fmi permettono all’Argentina di rafforzare le riserve della Banca centrale, utili per affrontare le pressioni cambiarie. Rientrano nell’iniziativa del Fondo, di portata eccezionale, di sostenere in modo particolare i paesi più colpiti dalla pandemia e con risorse limitate anche per effetto della caduta delle rispettive economie domestiche.

L’istituto dei diritti speciali di prelievo è stato creato dal Fmi nel 1969 proprio al fine di intervenire sulle riserve ufficiali dei paesi membri e la sua ultima applicazione risale al 2009 a seguito della grave crisi finanziaria globale.


“Questa è una decisione storica, è la maggiore assegnazione di diritti speciali di prelievo nella storia del Fmi. E una iniezione di ottimismo per l’economia mondiale nel mezzo di una crisi senza precedenti”, ha dichiarato la numero uno del Fondo monetario, Kristalina Georgieva. L’assegnazione dei fondi, aggiunge Georgieva, “va a beneficio di tutti i paesi membri e sono un aiuto soprattutto ai più vulnerabili che stanno lottando contro i disordini generati dalla pandemia”.

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L’arrivo degli oltre 4,3 miliardi di dollari è per l’Argentina una buona notizia, potendo così rafforzare le riserve ufficiali e affrontare con maggiore serenità gli impegni con i creditori internazionali. Nelle ultime settimane sono stati ‘girati’ 231,4 milioni di dollari ai creditori del Club di Parigi e, più recentemente, 345 milioni di dollari allo stesso Fmi come rata del maxi prestito ottenuto nel 2018.

Ugualmente, a fine settembre è previsto il pagamento di 1,8 miliardi di dollari come quota interessi e identica cifra il 30 dicembre nel caso in cui fino ad allora non si dovesse raggiungere l’accordo per la ristrutturazione degli oltre 44 miliardi di dollari del debito. L’accordo entro la fine del 2021 eviterebbe alla Banca centrale di privarsi anche di quei 4,030 miliardi di dollari in scadenza a marzo del 2022, prima delle quattro rate annuali di capitale.

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