Proseguono i negoziati tra l’Argentina e il Fondo monetario internazionale alla ricerca di un accordo di ristrutturazione del pesante debito di 45 miliardi di dollari contratto dal paese nel 2018. Il clima, come dichiarato dalla stessa numero uno dell’istituto, Kristalina Georgieva, continua a essere positivo. Nessuna previsione, tuttavia, sui tempi, diversamente da quanto fatto trapelare dall’esecutivo di Buenos Aires, parlando di una conclusione per i primi del 2022.

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L’obiettivo, insiste Georgieva, è quello di trovare una soluzione “che consenta al Fmi di sostenere l’Argentina in un percorso che porti alla crescita economica trainata dal settore privato, generando posti di lavoro, concentrando l’uso di risorse pubbliche sulla spesa sociale”. Politiche, per quanto riguarda il settore pubblico, improntate all’efficienza della spesa pubblica.

All’Argentina, dichiara il direttore del Fmi, occorre “un accordo utile e credibile”, sostenibile rispetto alle attuali condizioni macroeconomiche e sociali del paese. Tutti gli sforzi delle parti, aggiunge, vanno in questa direzione. Com’è il caso dell’ultimo incontro presso la sede dell’organismo con la delegazione guidata dal ministro dell’Economia di Buenos Aires-


“Riunione molto positiva con Martín Guzmán a Washington. Proseguiamo il nostro sforzo congiunto per risolvere in modo duraturo le sfide dell’Argentina e costruire una ripresa più sostenibile e inclusiva”, ha scritto Georgieva sul suo profilo Twitter. Incontro definito “costruttivo” anche da Guzmán commentando l’esito della riunione.

Ancora da definire è certamente il punto considerato fondamentale dal governo dell’Argentina, che chiede la riduzione degli interessi sul debito, che consentirebber di alleviare il peso del debito su conti pubblici e riserve centrali. Il Fmi ha dal principio manifestato resistenza e tuttora non nasconde le sue riserve, argomentando sulla necessità di tutelare la solidità finanziaria dell’istituto soprattutto nella attuale congiuntura economica globale.

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