Proseguono i colloqui tra il governo di Buenos Aires e i principali creditori internazionali al fine di arrivare a un accordo sulla ristrutturazione del debito dell’Argentina con il Fondo monetario internazionale e il Club di Parigi. E, ugualmente, i contatti con i partner internazionali alla ricerca di sostegno nei negoziati. Dal canto suo, il Fmi fa sapere che non ci sarà una nuova missione tecnica a Buenos Aires.

fmi argentina negoziato debito sostegno usa
Sergio Massa e Gregory Meeks, presidente della commissione Esteri della camera Usa

Ultima presa di posizione sulla ristrutturazione del debito di oltre 44 miliardi di dollari con li Fmi è degli Stati Uniti. Arriva su due fronti. Il primo è quello che ha visto impegnato il presidente della camera, Sergio Massa, a Washington dove ha incontrato diversi esponenti chiave del governo Biden. È stata sottolineata la necessità di dare maggiore flessibilità alle dinamiche dell’organismo finanziario multilaterale.

Quella degli Stati Uniti è una voce fondamentale per l’Argentina, essendo Washington titolare del 17 per cento delle quote del Fonod monetario e quindi determinante in sede di votazione sul dossier del debito argentino. Secondo la stampa specializzata, il tour di Massa ha dato risultati incoraggianti ma quello a stelle e strisce non è un partner facile. Soprattutto in un momento, come quello attuale, di poca sintonia politica, come dimostra anche il caso Nicaragua in sede Osa e la posizione argentina sulla crisi venezuelana.


Ma il presidente della camera bassa argentina, noto per posizioni più moderate rispetto all’ala kirchnerista del governo di Alberto Fernández, ha assicurato agli Usa che il suo paese sarà sempre impegnato “nella protezione e promozione dei diritti umani nella regione” e di non mutare la sua condizione di “alleato affidabile” nello scacchiere continentale.

fmi argentina negoziato debito sostegno usa
Il ministro dell’Economia, Martín Guzmán

Tuttavia, c’è la disponibilità americana a sostenere la richiesta argentina al Fmi ed è stato confermato in un colloquio telefonico tra il vicesegretario del Tesoro, Wally Adeyemo, e il ministro dell’Economia argentino, Martín Guzmán. È la stessa nota di Washington a precisarne i termini. Adeyemo, si legge, esaminate le consultazioni dell’Argentina con il Club di di Parigi e il negoziato per un nuovo programma con il Fmi, “ha indicato che un solido programma di politica economica per l’Argentina che fornisca una prospettiva per la crescita dell’occupazione nel settore privato avrebbe il sostegno degli Stati Uniti e della comunità internazionale”.

Affermazioni, quelle di Washington, che in Argentina hanno già ‘scaldato’ la maggioranza di governo innescando il malumore del settore più radicale, tradizionalmente meno disponibile nell’accogliere istanze statunitensi e dei grandi organismi internazionali accusati di ingerenza nelle scelte del paese. Tanto più perché anche il Fondo non ha mai nascosto il suo punto di vista sulla necessità di interventi sui conti pubblici e sulla spesa.

Anche questo è un fattore complicato, soprattutto in vista delle prossime elezioni politiche parziali alle quali il governo arriva indebolito da pandemia e misure e non può pagare sul piano elettorale un eventuale annuncio di riduzione della spesa sociale, in un momento di recessione e alta inflazione.

TI POTREBBERO INTERESSARE